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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


giovedì 29 ottobre 2020

Trinuxtio Samonii, l'inizio dell'anno oscuro


Samonios era il nome gallico del mese fra Ottobre e Novembre e significa più o meno "fine dell'estate", questo perchè con esso ha inizio la parte oscura dell'anno.

Proprio in questo mese, (che per i Galli inizia al primo quarto di Luna, quindi all'incirca alle Nonae romane) cadevano le Tre Notti di Samonios, in fase di Luna calante.

Era quindi per i Galli e tutti i popoli celti, una festa di primaria importanza, che coincideva con l'inizio dell'anno, come se la scarsa luminosità di questo periodo coincidesse con l'oscurità primordiale, antecedente alla creazione del mondo sensibile.

Anche i Romani in questo periodo (8 novembre) aprivano il Mundus poiché i confini tra i Mondi si fanno più sottili, i Manes dei nostri Antenati sono liberi di vagare per il nostro mondo.

Pertanto ogni conto veniva saldato sia fra pari che col Rix, la ruota del Karma riparte, si festeggiava e si facevano banchetti religiosi in onore dei defunti. I Druidi dicevano addirittura ai ragazzi di vandalizzare, mascherati da spiriti, le case e proprietà di chi si era comportato in modo empio nei confronti degli Dèi e la comunità.

I Galli come sappiamo grazie al Divo Iulio, si ritenevano figli di Dis Pater e credevano, come in realtà tutte le tradizioni europee, nella metempsicosi però in modo più evidente.

Il Torque è in questo un chiaro riferimento: il cerchio spezzato del Samsara, delle reincarnazioni e il raggiungimento della consapevolezza.

Del resto anche nel calderone di Gundestrup troviamo come il Dio Sucellos faccia entrare nel calderone della rinascita umili soldati che ne escono migliorati, gaesati e cavalieri bardati con armature.

Particolare del calderone di Gundestrup

Ma le Tre Notti di fine estate sono anche connesse col Dio Cornuto, antichissima Divinità pan-indoeuropea Le cui immagini si trovano dalla Val Camonica fino alla Valle dell'Indo sotto forma di Pasupati, forma primordiale di Shiva.

E Trinuxtion Samonii coincide con la visibilità delle Pleiadi nelle notti sempre più lunghe, che hanno la forma di un Lingam, e il loro tramonto in ottobre.

Simbolismo sivaita che troviamo anche nel Kernunno del calderone di Gundestrup che con una mano tiene il serpe cornuto, il pene, e dall'altra il torque, a mo di vagina. L'antica simbologia del Lingam. Egli infatti è Signore della morte ma anche della vita e del suo perpetuo ciclo, colui che può aiutarci a spezzare il ciclo, se viviamo una vita giusta e virtuosa, secondo il Mos arcaico.

Dio cornuto, particolare del calderone di Gundestrup

La celebrazione perdurò a lungo, anche perchè le feste cristiane dei morti si erano limitate a parassitare i Lemuria romani di maggio, mese tutt'ora dedicato alle anime del purgatorio.

In Irlanda la festa è nota col nome appunto di Samhain che comprendeva anche il festeggiamento dell'unione del Padre Dagda con Morrigan, ipostasi irlandesi dei gallici Sukellos e Nantosuelta.

Nel 738, vedendo che il popolo si ostinava a festeggiare i morti attorno a queste date, Gregorio III spostò la festa dei santi dal 13 maggio al 1 novembre e solo nel X secolo la festa dei morti il 2 novembre, anche se la festa rimase dai connotati pre-cristiani praticamente fino alla seconda guerra mondiale.

Nel 1231 abbiamo notizie del concilio di Rouen che proibisce, pena la morte, di danzare nel cimitero per le feste dei morti e banchettare vicino le tombe, seguito nel 1305 da un altro provvedimento che impedisce qualunque attività nei cimiteri e l'uso di maschere "sataniche" e analoghi divieti si hanno fino al termine del 1600 senza successo, neppure i protestanti riuscirono a sradicarla e sbarcò in America coi coloni europei.

Per la festa dei morti in Cisalpina era ed è uso intagliare le castagne formando un sorriso e farle caldarroste, lasciando un posto vuoto a tavola per i defunti.

In Romagna, come ricordato anche dal Pascoli, l'11 novembre è l'Istè dij mòrt, l'estate dei morti (addirittura permane proprio il significato gallico di fine estate), ed era il giorno in cui si saldavano i debiti, si pagava l'affitto. Per tutto il periodo si prepara, almeno nel riminese, un dolce tipico, la "pida di mort", la piada dei morti.

Pida di mort

A Sant'Arcangelo di Romagna l'11 novembre si appendono delle corna sull'arco cittadino per la "Fiera dei Becchi", una gioiosa festa che riempie le piazze del centro ogni anno.

In Lombardia e Sicilia è la notte delle lumere, zucche intagliate con una candela al loro interno, esse sono appunto un lumino per i defunti.

In Sardegna troviamo il "Su Mortu Mortu", ossa e pane dei morti nel centro Italia, in Liguria il dolcetto per bambini Ben dei Morti, "l'anime de le morte" in Abruzzo, in Calabria si fa un banchetto vicino alle tombe, come gli etruschi e i romani.

Non solo infatti nell'areale gallico antico si celebrano queste feste dei morti, anche in ambito meridionale e greco vi erano celebrazioni in onore di Plutone e Persefone, custodi misericordiosi dei defunti.

I nonni raccontano che si festivano da fantasmi, con lenzuoli e faccia di cenere, e andavano a sbattere le finestre delle case di notte finché non gli venivano date caldarroste o dolci. Anche il mascherarsi è un antico lascito: i romani (gli italici) durante i Parentalia, le feste dei morti di febbraio, usavano farlo al cimitero e durante il banchetto, per funzioni apotropaiche e catartiche.

Tutto ciò purtroppo è stato perduto col dopoguerra che ha azzerato le menti del popolo italiano sotto la livella del capitalismo asettico, ateo e materialista.

Oggigiorno Samonios sopravvive  nella sbiadita festa di Halloween, che non è affatto una "stupida americanata" come la definisce qualche politico o una festa "aliena alla nostra cultura", come dicono i cristiani e certa gente che magari possiede un telefonino americano, pranza al fast food e pubblica sulle reti sociali le sue baggianate depensanti.

Non festa "oscura", "diabolica" ma auspicio luminoso, affinché torni la stagione della Luce e del benessere.



Gianluca Vannucci




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