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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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sabato 30 dicembre 2023

Epifania, l'ultima notte dell'incenso


Sebbene è innegabile che l'Epifania sia una festa cristiana, ebbene altrettanto non si può negare che sia a ben vedere in realtà multiconfessionale, moltissime tradizioni sono infatti collegate a questa importante data del 6 gennaio.

Cominciando col dato più evidente a tutti noi, nel folklore e nella tradizione italiana la notte tra il 5 e il 6 gennaio è quella in cui giunge la Befana, una strega buona che porta doni ai bambini, mettendoli in delle calze spesso appese ai camini, ai cattivi porta carbone, mentre ai buoni dolcetti e frutta secca tradizionalmente.

La calza è un elemento oltre che di fertilità, da simbolismo luminoso, sono passate infatti 12 notti dalla notte di Natale e la luce torna ormai a essere visibilmente aumentata giornalmente, anche se ancora di pochi minuti ("per la Befana un passo da strega", dice il proverbio riferendosi alla poca luce in più). La calza inoltre, come anche la scarpa è un simbolo de "La Sandalata", uno degli epiteti legati a Proserpina che guardacaso oltre a concedere la fertilità nel nuovo anno con la primavera giudica anche le anime in modo simile a come fa la Befana più bonariamente. 

Ci troviamo quindi di fronte ad un altro giudizio karmico, simile a quello di Babbo Natale, ovvero finito l'anno Il Signore karmico (Wodan per i tradizionalisti germanici, Saturnus per gli italici-romani e perfino San Nicola per i cristiani) concede ad ognuno ciò che si merita.

La Befania, corruzione di Epifania ha numerosissimi nomi a seconda del luogo. Nel Medio Evo tra i tanti nomi troviamo in Francia Abundia e Satia, in quanto Signora dell'Abbondanza ma anche Sataera e Saeter in Inghilterra, con evidente analogia a Satres, Saturno, e alla semina. In Germania è anche Holle/Holda. Alcuni la ricollegano alLa Dea romana Strenua, dalla quale derivano le strenne natalizie, in origine rametti d'alloro prelevati dal Suo bosco sacro e scambiati come regalo di buon auspicio. Il nome che ricomprende tutti però è Perchta, "La Splendente" e fu identificata nel Medio Evo anche con Bertrada di Leon, ovvero Berta dai gran piè nelle filastrocche, la madre di Carlo Magno (in certe aree a capo della caccia selvaggia, il corteo notturno di Diana dei morti in processione).

Chi è realmente questa figura? La Perchta si confonde con varie figure divine, in quanto "moglie di Babbo Natale" nel folklore (quindi Wodan) è ricollegabile a Frea, La Filatrice che tesse le karman di ogni uomo e si cura dell'inizio dell'anno in modo simile alle Fatae e a Giunone, a cui sono sacre le Kalendae e i primi giorni dell'anno. È anche poi una Signora degli animali come Diana, che significa sempre La Splendente, come Perchta che infatti ha due volti, uno è sempre anziano (come la nostra Befana) e talvolta mostruoso, l'altro giovane e bello proprio come La Dea Hela germanica, tornando al richiamo della calza con Proserpina.

Nella tradizione retica ma anche celto-italica le 12 notti tra il 25 dicembre e il 6 gennaio sono dette Notti dell'incenso. In Alto Adige tutt'ora in queste notti (più spesso le 3 Grandi Notti ovvero quella tra 25 e 26, tra 31 e 1 e tra 5 e 6) il capofamiglia percorre i masi e le baite con dei ramoscelli e acqua benedetta accompagnato da un membro della famiglia con un incensiere che diffonde incenso, al fine di purificare le dimore e le stalle in vista del nuovo anno. Queste sono infatti notti critiche e si dice che ognuna di essere corrisponda a uno dei dodici mesi del futuro anno ancora in formazione. Si lascia poi, questo un po' ovunque almeno in Italia, un'offerta di cibo in cucina o sul davanzale per la Perchta, che altrimenti se la sarebbe presa per non aver trovato la casa in ordine e qualcosa da mangiare. Nello stesso periodo si fa lo stesso per Cailleach in Scozia e altre zone celtiche come la Galizia, Cailleach è una bonaria Dea anziana che in inverno è in grado di portare acqua e abbondanza ai più meritevoli, proprio come Perchta.

Cailleach

Era inoltre una notte nella quale gli animali parlavano nelle stalle e quindi bisognava trattarli bene onde evitare che parlassero male del padrone.

In Austria il 5 gennaio per le strade di alcuni paesi arrivano facendo schiamazzi le Schnabelperchten, figure con becco e lunghi capelli bianchi con un cesto sulla schiena, con cui porterebbero via i bambini capricciosi, e delle enormi forbici di legno con cui girano armate. Con questi utensili, secondo le leggende, aprirebbero il ventre dei malvagi, di coloro che non rispettano le prescrizioni delle feste e degli sfaticati, sostituendo poi le loro viscere con degli stracci, dei rami o dei ciottoli.

Schnabelperchten a Rauris, Austria

In Friuli la notte dell'Epifania vengono accesi dei falò, detti pignarùl, grosse cataste di legna simili alla fogheraccia romagnola di marzo. Al calar della sera una stella viene issata su una pertica e i re magi in costume portando fiaccole guidano un corteo.

Infatti in alcuni paesi soprattutto della Lombardia sono i magi a portare i doni nell' Epifania.

Mentre in Veneto con la festa del "pan e vin" si brucia una figura della Befana in falò nelle piazze.

La Vecia, che è poi sempre la stessa figura viene bruciata l'ultimo giovedì di gennaio nelle piazze lombarde e per questo chiamata Giovia, nome che connette a Giove e Giunione.

In altri paesi si taglia a metà la Veccia e ne escono doni, caramelle e frutta secca. È la Signora dell'inverno che morendo dona abbondanza proprio come Abundia e Calleach scozzese. Questi riti della vecchia continuano fino a marzo, retaggio della fine dell'anno vecchio romano.

Si noti come queste usanze siano tutto fuorché cattoliche o gradite a "santa madre chiesa", ma non è finita qui. 


Infatti il 6 gennaio ad Alessandria d'Egitto i Gentili festeggiavano la nascita di Aion da parte delLa Kore e la notizia ci giunge proprio da Epifanio, vescovo di Salamina nel IV secolo che scrive:

"Prima, ad Alessandria, nel Koreum, come lo chiamano; è un tempio molto grande, il santuario di Kore. Stanno svegli tutta la notte cantando inni all'idolo con un accompagnamento di flauto. E quando hanno concluso la loro veglia notturna , i tedofori scendono in un'edicola sotterranea dopo il canto del gallo e portano su un simulacro di legno che è seduto nudo su una lettiga, ha un segno di croce intarsiato d'oro sulla fronte, altri due segni simili, uno per mano e altri due segni , uno in realtà su ciascuna delle sue due ginocchia - in tutto cinque segni con un'impronta d'oro. E portano l'immagine stessa sette volte intorno al santuario più interno con flauti, tamburelli e inni, fanno una festa e la riportano al suo posto sottoterra E quando chiedi loro cosa significa questo mistero, ti rispondono che oggi, a quest'ora, Kore, cioè la Vergine, ha partorito Aion".


Aion è veramente il Dorato Infante, Phanes Figlio delLa più alta Kore, quelLa Noetica, ovvero l'Eternità stessa. Secondo gli oracoli Aion è in posizione intermedia fra l'Essere e gli Dei, il Divino Maestro Proclo cita un importante Oracolo al tal proposito: "perciò l'ordine dell'Etrenità è detto essere 'Luce generata dal Padre' dagli Oracoli, poichè infatti una luce unificante brilla su tutte le cose: 'perchè Aion da solo, copiosamente cogliendo i fiori della mente con la forza del Padre, ha il potere di percepire l'Intelletto paterno e di impartire l'Intelletto a tutte le Fonti e i Principi, e ad intrecciarli e tenerli per sempre in movimento incessante.."


Appare quindi logico che all'inizio di un nuovo anno si celebrasse il parto, da parte della Kore, Vergine primigenea e Aeternitas, del nuovo Anno, questa l'usanza degli egiziani ellenisti di Alessandria.


Iside allatta Horus, affresco 


Nella tradizione egizia invece, dopo aver celebrato il 2 gennaio (7 del mese di Tybi) l'arrivo di Iside dalla Fenicia dove era andata in cerca di Osiris, il giorno 11 del mese di Tybi (quindi il 6 gennaio) si celebrava l'Epifania di Arpocrate, Il Divin Bambino, come ci tramanda Plutarco: "All'epoca del Solstizio d'inverno Iside partorisce Arpocrate, ancora imperfetto e immaturo, in mezzo ai primi fiori e frutti spuntati in anticipo. Pertanto a questo Dio si offrono i novelli frutti delle lenticchie". Riprendevano poi i riti di irrigazione con l'aratura, una sorta di battesimo del grano nuovo.


Per i copti infatti il 6 gennaio è rimasto la festa dell'acqua, l'Udreusis il battesimo di Gesù.


Anche noi Romani abbiamo una festa legata alle acque, Iuturnalia sacra a Iuturna Dea delle sorgenti l' 11esimo giorno di Ianuarius e verso la fine del mese le Ferie Sementive.


Gli gnostici non celebravano il Natale, infatti questa fu una psy-op delle gerarchie ecclesiastiche del IV e V secolo al fine di celebrare la nascita di Cristo quando i Gentili celebravano quella di Sol Invictus. 

La festa certamente più importante per gli gnostici era l'Epifania, nella quale si celebrava oltre alla nascita e l'arrivo dei Re Magi, anche e soprattutto il battesimo di Cristo nel Giordano e il miracolo di Cana. 

Gli gnostici del maestro Basilide in Alessandria celebravano nel II secolo l'Epifania come riporta Clemente Alessandrino:

"festeggiano anche il giorno del suo battesimo trascorrendo tutta la notte in letture". Infatti per gli gnostici Cristo era sceso su Gesù con la colomba, durante il battesimo. Era dunque secondo gli gnostici una Epiphaneia, da qui deriva il nome della ricorrenza.

Gli ortodossi eliminarono gli elementi gnostici e si appropriarono della festa, che tuttavia mantenne la ricorrenza del battesimo.

I cattolici eliminarono anche quello, relegandola alla mera manifestazione ai pagani e celebrando con una poco sentita e minore celebrazione, il battesimo di Cristo la prima domenica dopo l'Epifania. 


Battesimo di Cristo, battistero degli ariani, notare il Genio del fiume Giordano

I cristiani niceni una volta ottenuto il dominio dell'Impero e imposto la teocrazia sia sui Gentili che sugli Gnostici nel IV secolo divisero le date e sminuirono l'Epifania (ai tempi di Giuliano ancora la festa maggiore, tant'è che lo stesso Imperatore fu costretto a partecipare come sappiamo dai Suoi scritti) ridotta a mera ricorrenza dell'apparizione ai Gentili, dando più importanza al Natale dal V secolo, come conferma Jacob Bar-Salibi, un vescovo siriano del XII secolo: "La ragione per cui i padri della chiesa spostarono la celebrazione dell'Epifania dal 6 gennaio al 25 dicembre fu questa, dicono: era consuetudine dei pagani festeggiare proprio il 25 dicembre il compleanno del Sole, e accendevano luci per esaltare il giorno, invitando e ammettendo i cristiani a questi riti. Quando, quindi, i maestri della chiesa videro che i cristiani propendevano per questa consuetudine, escogitarono una strategia, fissando la celebrazione del vero Sorgere del Sole in questo giorno, e ordinarono che l'Epifania fosse festeggiata il 6 gennaio; e questa prassi è stata mantenuta fino ai giorni nostri insieme all'accensione delle luci."


Ma il significato dell'Epifania gnostica sarebbe rimasto intatto tra alcuni cristiani come quelli armeni e siriani, che scendevano in quel giorno al Giordano immergendosi in una cerimonia molto simile a quella del Gange in India.

Da queste tradizioni dell'Epifania gnostica deriverebbero anche i tuffi nei fiumi nel periodo natalizio, tipici di alcuni paesi ortodossi come la Russia. 

Nel cristianesimo orientale infatti si è mantenuta la tradizione che festeggia il 6 gennaio il battesimo di Cristo nonché il miracolo di Cana, e pure a Recanati in Italia si cantava questa filastrocca dall'evidente retaggio dionisiaco oltre che gnostico e insolitamente orientale:

"Sulle rive del Giordano, 

dove l'acqua diventa vino 

per lavar Gesù Bambino

 per lavar la faccia bella,

 giunti siamo alla Pasquella."


Inoltre citando Pierre Saintyves dal suo studio "I Santi successori degli Dei": "L'origine egizia di questa festa dell'acqua divenuta rigenerante grazie al ritorno di Iside e alla venuta di Arpocrate sembra certa. La chiesa cattolica commemora in tal giorno non solo l'adorazione del nuovo Arpocrate che sortisce dalle acque ma pure il battesimo di Gesù che, del tutto pronto per la sua nuova missione e per il miracolo delle nozze di Cana ovvero la trasformazione dell'acqua in vino. "I cristiani orientali - scrive l'abate Martigny - avevano l'abitudine di recarsi nel notte dell'Epifania a raccogliere acqua presso le fonti, la quale si c servava senza guastarsi per un anno intero e anche per due o tre. Crisostomo lo attesta specialmente per i greci, mentre per gli altri Epifanio".


Questo vescovo ci assicura che grazie a un eclatante portento, si vedevano ai suoi tempi in diversi luoghi molte sorgenti e qualche fume la cui acqua si era cambiata in vino o ne aveva assunto gusto e colore, nel giorno anniversario del miracolo compiuto da Gesù Cristo. Asserisce di aver gustato lui stesso vino da una di quelle fonti che stanno a Cibyra, in Asia Minore, e afferma che monaci di sua conoscenza avevano provato la stessa cosa in un'altra fonte vicino la città di Gerasa in Arabia aggiunge che qualcuno ha scritto la stessa cosa delle acque del Nilo di una certa zona e che gli egiziani raccoglievano dell'acqua il giorno del l'Epifania per tenersela in casa (Baillet).

Plinio (II, 103) afferma che l'acqua di una fonte dell'isola di Andros, scaturente all'interno di un tempio di Dioniso prendeva sapore vinoso il 5 gennaio. Si noti la data. È evidente che da un antico rito si era passati a un miracolo privo di significato, miracolo a cui i cristiani credettero di dover opporre ciò che il Vangelo riferisce fece Gesù. Questa commemorazione ci appare dunque come la sopravvivenza di un rito greco-alessandrino, così come il nostro dolce del re con la sua fava testimonia del doppio sacrificio di dolci e fave che si offrivano un tempo a Iside e a suo figlio Arpocrate."

In Grecia poi a dicembre prima con le Dionisia rurali e poi proprio in gennaio con le Lenee, in Atene le feste terminavano con l'Epifania (la manifestazione) di Dioniso tra le genti.

Quindi l'Epifania è una festa prima egizia ed ellenica, poi anche gnostica e solo successivamente cristianizzata, con un impatto molto minore rispetto ad altre feste.

mosaico dei tre Magi, sant'Apollinare nuovo

Nel significato poi esoterico possiamo quindi analizzare i 3 (non a caso) avvenimenti festeggiati nell'Epifania gnostica. La visita dei Magi ha diversi significati ed è contemplata anche in oriente, secondo il racconto evangelico alcuni re dall'oriente giunsero a chiedere a Erode dov'era il re dei giudei appena nato e che portarono poi a Gesù bambino oro, incenso e mirra come doni (notare che ritorna l'incenso, nell'ultima delle 12 notti dell'incenso).

Uno di questi magi fu un re indiano-partico, Vindhapharna, tradotto in armeno Gathaspar e Gondofarne in greco e pare fosse un alchimista, del resto era un "mago" oltre che un astrologo e secondo alcuni racconti apocrifi venne in seguito ad una predizione di Zoroastro.

Senza contare i numerosi racconti che parlano del fatto che i Magi fossero in possesso del libro di Seth (identificato con Zoroastro) da donare a Cristo alcuni racconti interessanti ci vengono da Marco Polo, che li avrebbe ascoltati in Persia durante i suoi viaggi. 

Si narra che arrivati al luogo dove il bambino era nato da poco, il più giovane dei magi andò a vederlo da solo: e lo trovò che somigliava a lui stesso e pareva avesse la sua età e la sua fisionomia. Uscì stupefatto. Dopo di lui entrò quello di media età, e il bambino gli parve della sua età e della sua fisionomia. Anche lui uscì stupefatto. Poi entrò il terzo che era di età maggiore, e gli accaddeli stessa cosa che agli altri due. Uscì fuori tutto pensoso. Quando si trovarono insieme, i tre si raccontarono quello che avevano visto dopo essersi molto stupiti, decisero di andarci tutti insieme. E ora tutti insieme davanti al bambino, e lo trovarono dell'aspetto e dell'età che egli aveva, essendo nato da tredici giorni.

Appare ovvio da questa storia come Cristo qui sia letteralmente Aion, il tempo eterno infinito, festeggiato ad Alessandria insieme a Kore il 6 gennaio e, riconnettendosi allo zoroastrismo, ricorda anche Zurvan.

I 3 doni poi: oro, incenso e mirra, che secondo i cristiani simboleggerebbero Dio, l'uomo e il re invece a mio parere simboleggiano le tre fasi dell'Opera alchemica, la mirra infatti corrisponde alla nigredo, l'incenso all'albedo e l'oro infine, la realizzazione dell'iniziato, alla citredo/rubedo.

Per quanto riguarda il battesimo di Cristo come ci tramandano gli Gnostici secondo loro lo spirito divino scese su Gesù durante il battesimo e per questo ci si purificava e battezzava nel fiume Giordano in quella data o in altri fiumi a seconda della località, tradizione che è rimasta presso i Mandei. La chiesa cattolica non lo celebra durante l'Epifania e non gli da questa importanza.

Il miracolo di Cana invece è una trasmutazione alchemica, ed è il terzo e ultimo avvenimento ricorda l'opera finale per il colore della rubedo.

Inoltre si rifà anche al ricordo dell'episodio dell'epopea di Dioniso, che da bambino giocando con gli acini d’uva tra le mani, ne fece scorrere il liquido dolciastro e, una volta assaggiatolo, fu colto da uno stato di allegria ed ebrezza, più tardi decise di fare dono agli uomini di questa bevanda e nelle città ovunque andò insegnò l'arte vinicola e tramutò l'acqua di un fiume in vino per far assaporare il divino nettare agli increduli abitanti.

Epifania di Dioniso, Cipro IV secolo

L'Epifania insomma è tutt'altro che una festa unicamente cristiana ma multiconfessionale e ricca di tantissime tradizioni nonché densa di simbolismo legato all'inizio del nuovo anno.

La creazione dell'Anno nuovo, dopo il Solstizio e dopo 12 notti, tante quanti i mesi, è compiuta alchemicamente e si appresta a cominciare dopo il sacrificio propizio a Giano durante Agonalia del 9 gennaio, che pongono termine al periodo solstiziale.


Gianluca Vannucci

 

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