Chi siamo:

Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


Visualizzazione post con etichetta februarius. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta februarius. Mostra tutti i post

sabato 6 febbraio 2021

Februarius


Secondo mese aggiunto da Numa Pompilio al calendario arcaico romuleo, deve il suo nome al verbo februare.

Essendo infatti un mese di transizione verso la primavera, dove la luce si fa sempre più forte ma il clima è ancora gelido i germi all'interno del nostro organismo, aumentati nei mesi passati dentro casa, iniziano a portarci febbri e le forze caotiche tentano un ultimo assalto all'Ordine cosmico.

Per questo motivo Februarius è un mese dedicato alle purificazioni, soprattutto del nostro corpo, dalle scorie e dai germi invernali in attesa del nuovo inizio dell'anno liturgico e produttivo.

Alle Kalendae Februarius i Romani offrivano ad un particolare aspetto di Iuno, Iuno Sospita, "salvatrice". Il culto fu ufficialmente importato in Roma da Lanuvio, città di Enea, nel 338 a.e.v., quando ai lanuvini fu concessa la piena cittadinanza romana.

L'aspetto di questa Iuno è particolare e differente in quanto è raffigurata indossare una pelle di capra, brandendo una lancia e accompagnata da un serpente. Questo, unito all'epiteto Sospita, in quanto è anche Februa, ovvero Colei che causa le febbri, che non sono negative in quanto difesa del nostro organismo nei confronti degli agenti patogeni in particolare quelli causanti la malaria, molto diffusa nel Lazio fino agli inizi del '900. 


Giunone Sospita


In ambito galloromano avvenivano rituali di purificazione notturni, mediante l'utilizzo di acqua calda con erbe e oli essenziali disciolti mentre si accendevano candele in onore della Dea del fuoco e della luce Belisama.

Rituali che sopravvissero al cristianesimo, che cercò di assimilarli neanche troppo velatamente legandoli ad una presunta santa Febronia.

Intorno alle Idi si svolgeva l'antichissimo rituale di fertilità dei Lupercalia (già approfondito nel precedente articolo) in cui il collegio dei Luperci ridendo colpiva le donne astanti girando furiosamente intorno al Palatino con delle fruste di pelli di capro al fine di propiziarne la fecondità. Rito che perdurò nonostante i decreti teodosiani, spingendo papa Gelasio nel 494 a lamentarsi in una lettera della connivenza dei Senatori romani nei confronti della celebrazione.

Dal giorno 13° al 21° erano i Parentalia, giorni in cui i confini tra i mondi si fanno sempre più labili e per questo anche i nostri Mani, i defunti buoni vengono a trovarci. Per questo motivo erano giorni a Loro dedicati, si preparavano banchetti nei dintorni delle tombe e talvolta ci si mascherava dando un senso catartico con schemi che possiamo trovare tutt'ora in Serbia e Bulgaria coi Kuker ma anche nel nostro carnevale, dove senza scomodare il noto Hellequin la maschera veneziana più comune è detta "larva".


larva, tipica maschera veneziana

Il 22° giorno si celebravano i Caristia, una festa privata e familiare nella quale si pranzava insieme e si offrivano cibarie ai Lari Familiari e al Genio protettore della casa mentre il 23° concludeva Febbraio coi Terminalia, celebrazione dedicata a Terminus, Dio dei confini sacri dello Stato ma anche dell'Anno, conclusosi.


Gianluca Vannucci


domenica 1 marzo 2020

Parentalia



Februarius è il mese delle purificazioni, l'ultimo prima dell'inizio dell'anno sacro e del ritorno di Marte.
In questo mese le giornate si allungano visibilmente e la Luce torna a splendere ma il freddo, i malanni possono ancora tornare e tentano l'ultimo, decisivo, assalto all'Ordine.
In un piccolo ciclo (l'anno solare) simpatetico, simboleggiante la Creazione,  il Caos precede il Solco.

Le Parentalia erano feste dedicate ai defunti, tra il 13° e il 21° di Februarius per la durata di nove giorni.
In questi giorni i templi venivano chiusi, spenti i fuochi sacri, non è propizio celebrare matrimoni e tutti devono dedicarsi, al culto dei propri morti.
Perché il Velo fra i mondi è di nuovo labile.
Le manifestazioni di Dèi, Geni e Demoni sono più frequenti e con esse quelle degli Dèi Mani, i nostri buoni defunti recenti, che seguono in Processione Diana e le Lase, in attesa di una nuova vita o dell'apoteosi nel Fuoco sempiterno dei Lares eroici.

Le festività dei Parentalia si svolgevano direttamente nei cimiteri, nei quali i romani si recavano portando cibarie e offerte semplici, accendevano luci e portavano fiori, banchettando nei giardini circostanti le tombe.

"Si onorino le tombe che si quietino le anime, si portino doni nei sepolcri i Mani non chiedono molto, è gradita la devozione più di un ricco dono lo Stige non ha Dei avidi, le tegole riempite di corone e si sparga spighe di grano e sale, pane inzuppato nel vino e viole disciolte è sufficiente, tutto ciò contenuto in una piccola brocca e lasciato in mezzo alla strada" 
 Ovidio, Fasti lib. 533 - 540


In foto: Phersu aizza il molossoTomba
degli Áuguri, Tarquinia


Nel corteo funebre si indossavano le maschere (appese agli alberi precedentemente durante i Paganalia e le Ferie Sementive di Gennaio) dette Oscilla, così chiamate perché oscillavano al vento fra le fronde e per questo era possibile, secondo il volere di Faunus, trarne auspici.
Indossando le maschere si esorcizzava, attraverso una catarsi dionisiaca, la morte e si spaventavano gli spiriti maligni oltre che incarnare le sembianze di Avi illustri passati a miglior vita.

L'associazione tra la risata anche nevrotica, in quanto arma apotropaica potentissima, e il raccapriccio della morte è ancestrale


E dimostrata anche dalla figura primordiale e beffarda di Phersu, ritratta  con un cane in diverse tombe etrusche e intenta a torturare oppure a giocare col defunto. Un etrusco antenato di Hellequin(Arlecchino) e Pulcinella.

In questi giorni è buona norma portare dei fiori e un po' di sale ai nostri cari al cimitero o, in caso di parenti lontani accendere un lumino sul davanzale e dedicarlo quale offerta ai Manes.

Gianluca Vannucci



Post in evidenza

La Roma Celeste

Roma non è morta, Essa non è una città. Un empio tiranno che ha spento il Fuoco non significa nulla. Roma è una I-Dea, Roma-Amor . La Roma ...

Post più popolari