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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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martedì 20 giugno 2023

20 Giugno: festa di Summano


Summano è un Dio piuttosto oscuro, non solo perchè è il Nume dei fulmini e tuoni notturni, contrapposto a Iuppiter ma anche perchè etimologicamente hanno cercato di ricondurlo a varie ipotesi.

Secondo Plinio era parte deGli Dèi Novensili, 9 Dèi etruschi associati alla folgore e al vaticinio tramite fulmini. Per Marziano Capella era identificato come un Dio della schiera di Plutone e secondo altri antichi Summanus deriverebbe da "summus manium" , Il Sommo dei Mani.

L'ipotesi che ritengo più probabile è però quella di George Dùmezil, ovvero che Summano è un aspetto notturno di Giove, contrapposto a Dius Fidius, quello del Figlio, diurno, luminoso e legislatore.

Una sorta di dicotomia che sembra apparire anche presso gli indiani nel binomio Mithra-Varuna.


Il 20 giugno, nei giorni del Solstizio, è segnata sul calendario la Sua festa.

Fino al 278 a.e.v. possedeva una statua nel tempio di Giove Capitolino fino a che in quell'anno fu colpita da un fulmine. Atto che fu interpretato e venne costruito un grande tempio nella zona del Circo Massimo, dedicato proprio il 20 giugno.

Nel 197 a.e.v. questo tempio venne colpito da un fulmine e la testa della statua di Summano cadde nel Tevere.

Il Suo culto, in realtà molto sentito, durò fino al 1600 apertamente nel vicentino, presso il monte Summano. A testimonianza della tutt'altro che spontanea conversione alla dottrina cristiana, ideata a Nicea.

Il Monte Summano

I cristiani distrussero il sontuoso tempio del Dio secondo una fantasiosissima agiografia addirittura nel I secolo "san Prosdiscimo"  avrebbe distrutto il tempio ed edificato una chiesa alla Madonna. Fatto impossibile per le semplici ragioni che i cristiani non erano rilevanti nel I secolo e soprattutto il culto della Madonna fu inventato durante il concilio di Efeso del 431 e.v..

Tuttavia non riuscirono a sradicare la devozione popolare.

Il folklore locale descrive una pastorella rapita nelle profondità del monte Summano, e sembra riecheggiare il racconto del ratto di Persefone da parte del Ricco Padre.

Nel 1815 Gaetano Maccà scrisse che sulla sommità del monte fu eretto al Dio Summano un tempio con la Sua statua e l’iscrizione, incisa sul basamento: PLUTONI SUMMANO ALIISQ. DIS STIGYIS [Trad.: “A Plutone Summano e alLe altre Divinità dello Stige”] Inoltre l’autore riferisce la notorietà del santuario e l’affluenza di fedeli che vi accorrevano da Roma e da varie località dell’Italia. Tra XVI e XVIII secolo, alcuni storici locali si interessarono al mistero del monte rimasto pagano e tramandarono i racconti circa il santuario infero.

Questi alcuni versi composti da Francesco Rando nel 1958 riguardo al Monte Summano e il culto del Dio, certo maldestri e ignoranti soprattutto quando parla di "idoli":

"Il Summano fu un monte celebratissimo nell’antichità. Venti secoli fa Roma adorava gli idoli; uno dei più famosi lo aveva sul Monte Summano… I Romani si recavano in molti al monte Summano, a cercarvi la salute, per la protezione dell’Idolo ch’era sul cocuzzolo del Monte stesso, il Summus Manium, cioè il Sommo degli dei Mani, ossia Plutone, il capo degli dei dell’Infero. Il monte era adornato da un idolo maestoso, tanto da poter essere ammirato fin dalla lontana pianura… Quell’idolo sorgeva in un pianoro antistante al tempio di Plutone; aveva la figura di becco, o di capro smisurato, con grandi coma d’oro, la lunga barba che scendeva sulle spalle….La cima era gremita di pellegrini giunti dalla valle e dall‘Altopiano per l’annuale adorazione e sacrificio al dio degli inferi e delle ricchezze. Un sacerdote coadiuvato da alcuni leviti eseguiva, con esperta perizia il sacrifìzio di animali. Spargimenti di sangue e bruciature di incensi. Ovunque odore di carne bruciata.. Il Dio Plutone auspicava giudizi favorevoli presso Minosse, Eace e Radamanti a chi sacrificava pingui agnelli sull’altare. Esaltava l’ardimento di coloro che si immolavano per la sua gloria, incitava a disprezzare, odiare e combattere tutti coloro che tentassero di far penetrare la nuova religione, la religione di Cristo… Nei reconditi recessi del monte. vive un popolo immerso nelle tenebre dell’idolatria e del peccato: i loro boschi sono sacri a Giunone e Diana, le loro fonti hanno la protezione delle Ninfe, il Dio Pan sorveglia i loro pascoli, Satiri e Sileni sono ispiratori dei loro ludi scenici… La pietà degli antichi pagani concorse mirabilmente ad abbellire il monte… Si trovavano laghetti ombreggiati da frassini enormi, da faggi secolari, aiuole innumerevoli dai fiori esotici, raccolti da tutte le parti del mondo, che rendevano quei prati un immenso giardino…Dappertutto fiori non comuni, peonie, gigli, miosati, mughetti, rose giacinti, garofani, tulipani, campanelle, gerani, camelie, rododendri, ginestre e prati interi di narcisi...Si dice che la ricchezza e la varietà della flora del Summano sia dovuta ai pellegrini che venivano d’ogni parte del mondo e che rendevano omaggio all’idolo Summus Manium: i pellegrini recavano piante e sementi per ornare le tombe dei congiunti ivi sepolti per loro volontà e devozione all’idolo…" da "Sulle rive dell'Astico".

La cima del monte fu interessata nel 1932 dai rinvenimenti di dieci bronzetti votivi di oranti e figure-divinità recanti simboli di abbondanza. Questi reperti sono andati perduti, tranne tre.


volantino del Movimento Politeista Vicentino, 1990

I cristiani varie volte posero croci e profanarono con quel simbolo di morte il monte, questa è la cronaca delle ultime: 

Nel giugno 1896 un fulmine abbatté la croce in legno posta sulla sommità del Summano, venne rifatta in legno ma con un parafulmine, un paio di mesi dopo;

Nel 1922 venne sostituita dalla grande croce in cemento armato, alta 16,50 metri con due braccia da 7 metri e con fondamenta profonde 6 metri.

Nel 1993 ad essa fu aggiunta una rappresentazione in acciaio inossidabile alta circa 12 metri degna di un film horror, ha l'aspetto tutt'altro che di un Eroe e Salvatore quanto di una larva, di un cacodemone assetato di sangue.


l'orribile croce sul Monte Summano

Gianluca Vannucci






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