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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


sabato 5 dicembre 2020

Faunalia Rustica


Dicembre corrisponde, nel microcosmo annuale, al periodo di Caos precedente all'ordinamento della materia, il passaggio dall'età oscura a quella aurea.

Anche per ciò il pio Numa forse pose la festività dei Faunalia Rustica proprio intorno alle Nonae del mese, dal 5 all'8, un preludio caotico dei Saturnali e del successivo ritorno dell'età aurea.

Si accendevano così fuochi propiziatori odorosi di incenso e fronde di pino sugli altari e fino alle ore notturne si tenevano danze, utilizzate dai sacerdoti Salii al fine di invocare la protezione di Faunus sul bestiame.

I buoi erano liberi dal giogo e gli animali in genere erano esentati dal lavoro.

In onore di Fauno poi si sacrificava un capretto, le cui carni erano consumate dai presenti insieme a notevoli quantità di vino fino al mattino.

Un'accurata descrizione della ricorrenza ci viene dal poeta Orazio, che nelle sue Odi (3, 18) scrive così: "O Fauno, che ogni ninfa rincorri per amore, sui campi assolati della mia terra cammina leggero e allontanati quieto dai piccoli del gregge, se a fine d'anno ti sacrifico un capretto e la tazza, che accompagna l'amore, è ricolma di vino e l'antico altare avvolto di fumo odoroso. Per la tua sagra il cinque di dicembre giocano fra l'erba tutti gli animali e nella valle, liberati i buoi, il villaggio si distende in festa; fra agnelli indifferenti si aggirano i lupi e in tuo onore il bosco si copre di foglie; battendo a ritmo la terra maledetta gli uomini danzano felici."

Una festa per celebrare la fine dei lavori agricoli con l'arrivo dell'inverno, ma anche accattivarsi la protezione di Fauno nei confronti del pascolo del bestiame.

Faunus è un'antichissima Divinità pastorale italica, legata al mondo rurale e pre-urbano.

Proteggeva il bestiame dall'attacco dei lupi predatori e dalle insidie agresti, e per questo era chiamato Lupercus (epiteto utilizzato anche durante l'altra Sua grande celebrazione purificatoria verso la primavera, i Lupercalia) e in quanto lupo Egli stesso; ne favoriva e regolava la fertilità e quindi l'aumentare delle greggi e per questo era detto Inuus, "penetratore" in senso fecondante, Dio dei pascoli e della campagna.

Il Suo culto fu introdotto da Numa Pompilio ufficialmente ma è una Divinità veramente arcaica, istitutore dei Luperci.


Satiro della valle, II-I sec. aev, Musei Capitolini, Roma

È, nella mitologia, uno dei mitici re del Lazio arcaico, nipote di Saturnus l'aureo Sovrano, Figlio di Kirke e poi genitore (con la palustre Marica) di Latino, progenitore dei latini.

Ma era chiamato anche Fatuo, in quanto fu Lui a rivelare agli uomini il dono della parola, e a insegnare agli stessi a comunicare con il Creato grazie alla lingua della natura

Numerosi oracoli erano a Lui consacrati nel folto dei boschi, dove tramite il fruscìo del vento tra le fronde, i canti degli uccelli concedeva vaticini negli arcaici versi saturnii, versi coi quali furono composti anche il Carmen Saliare e quello Arvale.

Detto anche Incubus in quanto datore di responsi attraverso i sogni o l'estasi alcolica.

Rivelò a Numa, in cambio di vino, i corretti riti, le metriche, la ritmica dei canti e le danze derivanti dal linguaggio animali agli Antenati e sempre a Numa rivelò il modo di parlare correttamente a Iuppiter.

Una Divinità benevola e protettrice insomma che lo vede contrapposto a Selvans, Divinità etrusca e poi italica dei confini e delle silvae, cioè delle foreste selvagge e incolte e che appunto rappresentano il confine tra la civiltà dell'uomo, anche magari agricola, e la natura selvaggia e le sue regole, tra il caos e l'ordine (lo Ius) tra le tenebre invernali e la luce, tra la morte e la vita...


Statuetta etrusca di Selvans

Un Dio, Silvanus, che Varrone ci dice essere molto nocivo per le donne incinte la cui intromissione nelle case si scongiurava attraverso un antichissimo rituale in queste notti invernali

nel quale tre uomini, girando attorno la casa di notte, evocavano Intercidona colpendo con un'ascia la soglia di casa, Pilumnus con un pestello e infine Deverra spazzando con una scopa di saggina a Lei consacrata la soglia.

Silvano era particolarmente pericoloso, oltre che per le donne per i bambini, pericolosità rimasta a livello popolare attraverso le fiabe che narrano di boschi oscuri nei quali ci si poteva perdere che nascondevano pericolosi lupi, che forse si riferiscono proprio al fare i conti con l'oscurità del proprio Io e comunicare col Signore del bosco.


La ricorrenza dei Faunalia Rustica è sopravvissuta a livello popolare in moltissime parti d'Europa soprattutto nell'arco alpino ma non solo (in Italia Lombardia, Veneto e Friuli ma anche Sardegna ad esempio) attraverso la Tradizione dei Krampus, che hanno diverse varianti, nonostante l'inquisizione e i tentativi prima delle autorità cristiane poi dei regnanti austriaci di estirparla.

In questi giorni gli uomini di quelle zone impersonano i fauneschi krampus, vestendosi con maschere, corna di caproni e pellicce. Andando in giro per le città minacciando e impaurendo soprattutto donne e bambini fino a che non vengono ammansiti da Saturno, ormai sostituito da San Nicola, che conseguentemente costringe i krampus a portare doni ai bambini impauriti finché se ne andranno con Lui.


Krampus in Trentino

La simbologia è abbastanza evidente: il Sovrano dell'Età dell'Oro, Saturnus, torna e "addomestica" Silvanus, il disordine in-civile, che diviene Faunus e dona all'uomo i segreti della natura. 

Nasce dunque il Dorato Fanciullo, le giornate si faranno più lunghe e ricomincerà l'età aurea sotto rinnovati auspici.


Gianluca Vannucci






1 commento:

Unknown ha detto...

Come sempre esauriente ed interessante l articolo, che ci fa ben sperare in un momento di pace e serenità, dopo tanto penare per la pandemia. Possano tutti aiutarci a chiudere e risolvere questo sfortunato periodo...... Bravo Gianluca.

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