venerdì 5 gennaio 2024

Santa Genoveffa, la porta del nuovo anno


 

Il 3 gennaio la chiesa festeggia santa Genoveffa, patrona di Parigi.

Secondo l'agiografia figlia di franchi romanizzati,  da cristiana si dedicò all' ascesi e alla castità e fece erigere la prima chiesa di san Dionigi sopra il presunto sepolcro.

Nel 451 quando Attila e le sue armate unne stavano per attaccare Parigi risollevò l'animo dei suoi concittadini che difesero la città.

Cinque anni dopo, Meroveo, terzo re dei Franchi, mise sotto assedio Parigi, difesa ancora da una forte guarnigione di Romani, sotto il comando di Egidio e successivamente sotto quello del figlio Siagrio. Dopo la morte di Meroveo nel 457, l'assedio fu continuato dal figlio Childerico I, che dopo cinque anni la conquistò.

L'assedio e le conseguenti distruzioni nei dintorni avevano portato una grande carestia e gli abitanti, che non avevano più pane, morivano di fame. Geneviève allora, impietosita, guidò sulla Senna un gruppo di undici battelli fino a Troyes e passando di città in città, ottenne in dono dai mercanti un gran carico di grano, che riportò a Parigi, salvando così gli abitanti dalla fame. Il viaggio fu accompagnato da molti miracoli. Ad Arcis-sur-Aube guarì la moglie di un ufficiale romano di nome Passivus, paralitica da quattro anni. A Troyes, nella Champagne, ridiede la vista ad alcuni ciechi, liberò altri, indemoniati, e guarì molti malati. Liberò anche la Senna da due demoni che, nascosti sotto un grande albero, facevano naufragare i battelli che passavano vicino e che avevano tentato di rovesciare anche il battello della santa. Tornata a Parigi si preoccupò che il grano fosse distribuito equamente a tutti e lei stessa, nella propria casa, si mise a cuocere il pane per i poveri.

Fu molto rispettata dal re Meroveo e da suo figlio Childerico che, benché pagani, avevano una particolare venerazione per lei, considerandola quasi una dea così che per sua intercessione Childerico trattò meglio i prigionieri. Nel 481 il figlio e successore di Childerico, Clodoveo I, su suggerimento di Geneviève, liberò i prigionieri e nel 496 si convertì al Cristianesimo (sotto pressione della moglie Clotilde).

Si ritirò poi in un eremo dove dopo estenuanti penitenze e profezie morì nel 502.


Santa Genevieve con chiavi


Analizzando questa interessante figura partendo dal nome Genevieve in celtico significherebbe "dalle bianche guance". Maximilian de Ring dato il simbolismo di Genoveffa, che tiene le chiavi e la collocazione calendariale oltre al nome la collega a Giano e Giunone facendone risalire l'etimologia a "Ianua nova", nuova porta dell'anno, corrotto poi dal "barbaro dialetto da cui nacque il francese".

Zenueva in dialetto conferma anche il collegamento con Gennaio e quindi Giano e Giunone, in modo simile alla Giovia. 

Ora io sono dell'opinione dello studioso Pierre Santyves, i vari simboli, la chiave ma soprattutto le navi e la navigazione di cui era patrona ma anche il riferimento al grano fanno pensare a una continuazione del culto di Iside, molto diffuso nelle Gallie di epoca imperiale, o al massimo Genoveffa come una Sua ipostasi o eroina legata ad essa (del resto anche in Grecia le eroine sono quasi tutte ipostasi di Hekate).

Divenne infatti la speciale patrona dei nautes, i battellieri di Parigi, quelli del noto pilastro di Cernunnos. I battellieri erano anche isiaci ed Iside protettrice della navigazione. Tant'è che venne anche identificata con Venere e Fortuna,.famoso è il navigium isidis, festa che si teneva il 5 marzo in tutto l'impero e che dava inizio alla navigazione. 

Il grano poi è un altro riferimento isiaco, come nel caso ad esempio di Santa Lucia a Siracusa. 

Un altro curioso elemento di Genoveffa è che è detto fosse venerara anche dai pagani, appunto "come una Dea".

L'appellativo gallico "dalle bianche guance" ricorda la vacca di Iside, portata in processione nel periodo solstiziale.

Inoltre il 2 gennaio in Egitto si festeggiava il ritorno di Iside dalla Fenicia (proprio attraverso un'imbarcazione) dopo la cerca di Osiride.

Il fuso che tiene in mano è un riferimento alle 12 notti in cui La Dea preposta ad esse "fila" la trama dell'anno nuovo, come ad esempio nel caso della germanica Frigg o della Perchta o delle Fatae.

Le similitudini di Genoveffa con Giunone e Giano  certamente permangono ma sono da collegare al fatto che anche Iside condivide alcuni aspetti con Iuno.


Gianluca Vannucci

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