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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


domenica 2 luglio 2023

Cesario, il santo creato per sostituire il culto imperiale


Secondo l'agiografia tale Cesario, appartenente alla gens Iulia, la stessa di Giulio Cesare appunto, si convertì già nel I secolo e.v. e si recò ad evangelizzare Roma durante il regno del Principe e Divo Traiano.

A Terracina, pare si stesse per svolgere un sacrificio umano in onore di Apollo per la festa del 1 gennaio (calunnia veramente assurda, dai dati e dal buon senso dei nostri Padri non risulta sia mai stato praticato nulla di simile, a differenza dei resoconti biblici che confermano altro in popolazioni mediorientali, inoltre non esiste nessuna "festa di Apollo" il 1 gennaio).

Il nostro intrepido eroe allora indignato iniziò a fare un sermone, di cui abbiamo addirittura le parole esatte:

"Sventura allo Stato e ai principi che si rallegrano delle sofferenze e si pascono di sangue! Perché dovete perdere le vostre anime per le vostre imposture ed essere sedotti dagli artifici del demonio?", e avendo protestato contro questa folle tradizione presso il  sacerdote Firminio, venne arrestato con l'accusa di lesa maestà e condotto dal Consularis Campaniae di nome Leonzio, che gli ordinò di sacrificare ad Apollo.


Allora per magia il Tempio di Apollo sarebbe crollato uccidendo Firminio, Suo sacerdote.

Trascorso un anno di dura prigionia, Cesario fu condotto nel Foro Emiliano della città, dove il console Leonzio si sarebbe improvvisamente convertito e sarebbe morto dopo aver ricevuto i sacramenti da un presbitero di nome Giuliano. Cesario e Giuliano poi, sempre secondo questo racconto, sarebbero stati gettati in mare e annegati.

L'agiografia continua con favole e miracoli, conversioni spontanee di gente anche secoli dopo e compimenti di profezie di Cesario. 

Il racconto è un cumulo di sciocchezze e inesattezze per vari ragioni:

come già detto per prima cosa è storicamente impossibile un sacrificio umano ad Apollo, non abbiamo mai menzione di ciò e sacrifici umani a Roma non vennero mai praticati se non in situazioni di estrema crisi e in tempi lontanissimi;

in secundis non abbiamo notizie di una festa dedicata ad Apollo il 1 gennaio nel nostro calendario;

la menzione poi di alcune cariche nel racconto quali ad esempio il Consolare della Campania, questa carica è della metà del II sec. d.C. certo un po' di confusione è normale... dato che questa passione fu scritta diversi secoli dopo il presunto martirio! 

Sorsero oltre alle passio diversi componimenti leggendari sul santo, in uno di questi scritto nell'VIII secolo guarì perfino con le sue spoglie a Terracina la figlia dell'imperatore Valentiniano I, Galla posseduta dal demonio e lo stesso in punto di morte iniziò il suo culto a Roma chiedendo a Damaso di trasportare le spoglie di Cesario sul Palatino.

La distruzione poi del tempio di Apollo è stata datata al V secolo, quando sopra vi venne eretta la basilica dedicata a Cesario.


Ora esponiamo ed analizziamo i fatti: il culto di Cesario si diffonde a fine IV secolo per opera di Damaso.

Chi fu Damaso? Papa dal 366 al 384 fu una delle eminenze grigie del golpe teocratico in epoca teodosiana (insieme agli amici e colleghi Ambrogio vescovo di Milano, Pietro e Teofilo patriarchi d'Alessandria).

Questo papa, che per ottenere il soglio fece scatenare insieme a Ursino suo contendente vere e proprie rivolte nell'Urbe fu accusato dalla società pagana romana nonché dagli stessi cristiani della città di vivere nel lusso, di avere una condotta immorale e alla corte imperiale soprattutto di gravi crimini fra i quali l'adulterio.

Accuse dalle quali ovviamente fu scagionato nel 378 prima dall'imperatore Graziano, in sostanza una marionetta nelle mani di Damaso, poi da 200 vescovi che scomunicarono gli accusatori del papa.

Nel 366 appena assurto al soglio papale diede i primi segnali, dopo la rivolta per prendere potere, di intemperanza, che fu però prontamente sedata dall'allora imperatore: Valentiniano, che promulgò un editto indirizzato proprio a Damaso (che fu costretto a ratificare) che vietava agli ecclesiastici e monaci di perseguire vedove e orfani affinché facessero testamento alla Chiesa (alcune successive accuse a Damaso erano proprio gli adescamenti, anche se era abituale all'epoca da parte degli ecclesiastici al fine di convertire più possibile e farsi lasciare in eredità ingenti somme).

papa Damaso


Durante il suo periodo furono "ritrovati" e scoperti diversi martiri uccisi nei secoli precedenti dalle presunte persecuzioni sia da Damaso che dal vescovo Ambrogio, prolifici scrittori di omelie, agiografie, inni e sermoni dedicati ad essi.  A questo periodo risalgono le notizie dei martiri e santi più antichi, curiosamente ritrovati a decine ogni giorno ovunque principalmente dai due vescovi.

Nel 375 venne a mancare l'Imperatore Valentiniano, Damaso iniziò immediatamente in accordo coi sopracitati colleghi, le manovre di golpe, nessuno doveva più permettersi di sfidare l'autonomia della chiesa o peggio di togliere privilegi o magari non condannare eretici come era accaduto con Giuliano e, in misura minore anche con Valentiniano e Valente, troppo fumantini e poco inclini al controllo ecclesiale. Eletto imperatore Graziano fu subito accondiscendente nonché zelante con le richieste dei vescovi.

L'accusa mossa in passato ai cristiani era di essere anarchici, terroristi contro lo Stato in quanto non fedeli all'Imperatore e non voler far culto al Suo Genio e dato che anche dopo l'editto costantiniano di Milano e la piena legalità del cristianesimo essi comunque non offrivano all'Imperatore, papa Damaso intuì perfettamente quale doveva essere il ruolo della Chiesa nel collegamento e nell’inserimento tra il potere papale e quello imperiale: per poter attuare questo progetto, egli doveva prendere possesso del luogo più importante che deteneva il potere politico a Roma, il Palatino. 

Dopo la morte di Valentiniano, tra l'anno 375 e il 379, le spoglie di un tale martire Cesario furono traslate da Terracina a Roma, per volere di Damaso intro Romanum Palatium, in optimo loco, imperiali cubicolo, ossia nella Domus Augustana sul colle Palatino, affinché l’imperatore avesse un santo tutelare di nome Caesarius. San Cesario, quindi, sostituì il culto dei Divi Cesari.

All'interno di questo palazzo imperiale venne eretto un oratorio in onore del martire chiamato San Cesareo in Palatio. Esso fu il primo luogo di culto cristiano, regolarmente ed ufficialmente costituito sul Palatino: fu il segno palese della cristianizzazione del palazzo imperiale in quanto sostituì il larario domestico degli imperatori ed ebbe carattere di cappella palatina.


Probabilmente sempre in quell'occasione Graziano rifiutò il titolo, che era insito nella carica imperiale, di Pontifex Maximus, carica che quindi cessò di esistere, come cessò di esistere anche la legittimità giuridico-sacrale della carica di Imperatore, e negò i contributi statali al Culto Pubblico Romano.

Avendo fatto eleggere in oriente Teodosio proseguirono poi, sotto vigile guida di Ambrogio, Damaso e altri vescovi e patriarchi, nella promulgazione dell'Editto di Tessalonica nel 380. Graziano diede poi sempre ragione ad Ambrogio nella disputa relativa all'Altare della Vittoria in Senato, rimosso nel 382.


Secondo alcuni studiosi l'alleanza fra Damaso e Ambrogio fu ferrea contro le istituzioni senatoriali romane e tradizionali. Infatti a Terracina il fratello di Quinto Aurelio Simmaco all'epoca del dibattito con Ambrogio sull'Altare della Vittoria, era Avianio Vindiciano, che fu consularis Campaniae fra il 370 e il 378, del quale due iscrizioni rinvenute a Terracina ci riferiscono che adornò la città di statue e che restaurò le terme distrutte da un incendio. 

Papa Damaso, colpendo indirettamente Quinto Aurelio Simmaco, avrebbe fatto traslare il corpo di Cesario da Terracina a Roma affinché l'imperatore avesse avuto un santo tutelare di nome Caesarius. Le spoglie furono traslate a Roma insieme con quelle del presunto compagno di martirio Giuliano: ottenendo il nome “Julius Caesar”; in questo periodo nel Palatino infatti poteva entrare solo chi deteneva l'appellativo di Cesare.

Il giorno poi della sua celebrazione venne fissato dal papa il 21 aprile, giorno del Natale di Roma, al fine di contrastare la festività principale dell'identità romana e il culto imperiale. Cesario divenne così dall'epoca teodosiana il patrono unico degli imperatori profani.


il macabro reliquiario


In epoca papale poi divenne il santo simbolo del potere del papa e la festa spostata al 1 novembre, in quanto caduto l'impero e vietata la celebrazione del Natale di Roma dal papa, doveva divenire il santo tutelare degli imperatori franchi da Carlo Magno in poi, probabilmente per depotenziare la festività di Samonios avendo "finito il lavoro" con il Dies Natalis Romae.

In epoca moderna perse gradualmente importanza, nonostante il tentativo di restauratio della Chiesa operata da Giovanni Paolo II, devoto a questo martire.

D'Annunzio avendo visto il prezioso reliquiario del suo braccio scrisse che era di granlunga più prezioso esso con le sue gemme piuttosto che i resti del martire "Cose in esilio, profane, non pregate, non adorate più".


Gianluca Vannucci



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