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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto deGli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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domenica 11 maggio 2025

Il Rex Sacrorum

Prima della Res publica era il Rex ad occuparsi della religione pubblica, era il capo della religione romana a tutti gli effetti, compiva tutti i riti e tutti gli altri sacerdoti gli erano sottomessi.

Con la cacciata di Lucio Tarquinio, detto il superbo, e l'instaurazione della Repubblica da parte di Giunio Bruto il potere politico veniva affidato a due consoli ma in mancanza del Re serviva una figura che lo sostituisse per il potere religioso. 

Nacque così il Rex Sacrorum, che era de facto il sacerdote più importante della religione romana e rappresentazione vivente di Ianus, quasi come un flamine del Dio.

Come tutti i sacerdoti del Mos Maiorum doveva necessariamente essere sposato tramite il rito della confaerratio, se infatti un sacerdote perdeva moglie la sua carica decadeva in automatico.

I compiti quindi del Rex Sacrorum erano: riunire i comitia curiata, ad ogni Calenda compiere insieme alla moglie un sacrificio, compiere il rituale del Regifugium, compiere il rito degli Agonalia del 9 gennaio, in onore appunto a Giano.

La moglie del Rex Sacrorum era detta Regina Sacrorum e aveva anch'essa compiti perfettamente paritari, legati a riti del culto di Giunone.

Dimoravano nella Regia poi successivamente nella Domus publica, nella via sacra.

Siccome non dava accesso a magistrature era una carica poco ambita da arrivisti e dalla plebe, rimase quindi appannaggio dei patrizi fino alla soppressione del Mos Maiorum operata nel 391 da Teodosio. Al contrario del Pontificato Massimo, che acquisiva sempre maggior prestigio essendo una carica che coincise, a partire dal Principato, con l'imperatore.


Gianluca Vannucci

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