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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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mercoledì 13 maggio 2020

21 maggio: Agonalia Veiovis

Il culto di Veiovis era divenuto assai misterioso anche per i romani che ne scrissero nel periodo tardo repubblicano.



Antichissima Divinità italica, raffigurato nelle statue come un giovane con in mano delle freccie e una capra accanto, Esso è lo Iuppiter Fanciullo, il giovane Giove sotterraneo.
Un Dio vendicativo, funzione testimoniata dalla Sua presenza nei riti antichi di maledizione degli eserciti nemici, come riportatoci da Macrobio, al quale era lecito immolare chi trasgrediva allo Ius dello Stato secondo Dionigi Di Alicarnasso. Tuttavia legato anche alle funzioni curative, come una sorta di opposto di Apollo.

Vediovis è anche il protettore dell'Asylum, il bosco sacro alla base del Campidoglio nel quale Romolo e i suoi sodali si rifugiarono.
Infatti pare che fosse stato proprio Romolo ad istituire questo luogo sacro in onore al Dio, nel quale accogliere fuggiaschi o chi necessitasse di protezione e volesse trasferirsi a Roma.

Molto probabile che fosse venerato dunque ad Alba Longa, visto che un altare a Lui dedicato fu trovato a Boville, città che ospitò diversi profughi di Alba Longa dopo la distruzione della stessa.
Presso l'Asylum, gli fu dedicato un tempio e un santuario sull'isola Tiberina nel 194 a.e.v.


Resti del Tempio di Veiove sul Palatino


Ricorrenza molto antica, risalente a Numa Pompilio, il 21 maggio si tenevano appunto in onore di Vediove gli Agonalia Veiovis.

L'ennesima ricorrenza infera del mese, così vitale eppure così legato ai morti, dopo i Lemuria in fase lunare crescente, Mercurius in plenilunio che accompagna le anime, il falcetto calante di Veiove che richiude la fessura apertasi tra i mondi.




Il mattino il Rex Sacrorum sacrificava un ariete nero (la vittima sacrificale nera ci fa capire che Veiovis sia un Dio infero) nell'antica Regia, il che da la misura dell'antichità della festa. Una processione solenne partiva dal santuario sull'isola Tiberina, fino al Palatino, dove il tempio e la statua della Divinità venivano adornati di ghirlande e nastri.
Tra giubilo corse di bighe si organizzavano nel pomeriggio al Circo Massimo.
Al tramonto poi si cenava a base di carne di capra privatamente.


Gianluca Vannucci

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