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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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domenica 1 marzo 2020

Martius


Marzo arcaicamente era l'inizio dell'anno. Il risveglio primaverile consentiva di riprendere le attività agricole e militari, infatti il mese era sacro a Marte, Padre di Romolo e difensore dei confini e dei campi coltivati.




Nel mondo arcaico in questo mese veniva praticato il Ver Sacrum, rito primordiale nel quale i giovani di una comunità venivano consacrati a Marte e dovevano emigrare. La migrazione seguiva un percorso guidato da una teofania quale il lupo, il picchio ad esempio sino al luogo propizio nel quale fondare un nuovo villaggio e quindi una nuova stirpe. Gli Irpini seguirono il lupo, i Piceni il picchio e così via.
In questo modo fu popolata Esperia-Italia e non è escluso anche gran parte d'Europa dato che i Galli potrebbero essere risultato di un'antichissima primavera sacra dato il punto di contatto, attraverso gli Umbri, con gli Italici.
Non solo l'Europa se prendiamo come possibile esempio di Primavera Sacra le migrazioni pelasgiche-tirreniche dei cosiddetti Popoli del mare.

Anche dopo la riforma di Numa, che stabilì Ianuarius come inizio dell'anno civile nel quale si ordinavano le cariche, Martius continuò ad essere l'inizio effettivo dell'anno sacro.
Il Fuoco di Vesta veniva rinnovato e alle Calende si celebrava Matronalia, una ricorrenza riservata appunto alle matrone, in ricordo delle donne che contribuirono alla pacificazione tra romani e sabini dopo il ratto.
Le romane offrivano quindi fiori e incenso a Iuno Lucina nel tempio a Lei dedicato sull'Esquilino. Gli uomini facevano doni alle loro mogli e madri.

"Recate fiori alla Dea! Questa Dea si compiace di erbe in fiore"


Il Collegio dei Salii, istituito da Numa a tutela del Sacro Ancile, scandiva il passaggio dal periodo civile sotto tutela di Quirinus, a quello militare in cui i cives tornavano miles. Attraverso sfilate, portando in processione i 12 ancilia e le hastae di Marte intonando i Carmina Salaria e gli axamenta nei quali si invocava la protezione degli Dèi su Roma e fermandosi di tanto in tanto davanti a templi e altari per eseguire il tripudio.
Presenziavano poi il 23 al Tubilustrium, la festa di purificazione delle trombe da guerra che concludeva l'inaugurazione della stagione di guerra.

Gianluca Vannucci  

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