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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


domenica 8 marzo 2020

Mamuralia

Mamuralia (o anche Sacrum Mamurio) era una ricorrenza che doveva svolgersi il 14 Marzo.
Ne abbiamo menzione solo nelle fonti più antiche.

Durante questa festa nelle strade una processione scacciava fuori dalle mura cittadine, ridendo e percuotendo con bastoni, un vecchio vestito di pelli di animale, chiamato dalle persone Mamurio Veturio e schernito, come viene descritto da Giovanni Lido.

Partendo dal soprannome dato all'uomo cacciato, chi era Mamurius Veturius?
Secondo la tradizione un sacro scudo, fu donato da Marte a Numa Pompilio per testimoniare l'imbattibilità di Roma.
Numa allora, per evitare che l'ancile potesse essere sottratto da un nemico chiese al fabbro Mamurio Veturio di forgiarne 11 identiche repliche, come pegno il fabbro chiese che il suo nome fosse ricordato nel Carmen Saliare.





Questi 12 Ancili vennero quindi affidati al collegio dei Salii che li porta in processione assieme alle hastae martis in più occasioni in Marzo e Ottobre al fine appunto di scandire il passaggio della vita da cittadina a marziale e viceversa.

Mamurio era un artigiano che forgiò per Numa 11 ancili così da non far riconoscere quell'Unico, sacro, donato da Marte al Rex. Ma in questa celebrazione, sopravvissuta in molti carnevali da quello abruzzese/molisano a quelli lucani (ad esempio la maschera dell'Uomo Cervo non a caso domato dal Martino) egli è il Marte Vecchio, ovvero dell'anno vecchio che simpaticamente viene scacciato per propiziare la rinascita annuale, anno che anticamente iniziava in Marzo. 


I Mamuralia dunque non sono altro che un rito di lustrazione e di passaggio annuale, dove Mamurio Veturio, l'anziano vestito di pelli, rappresenta l'anno passato, vecchio appunto, che durante la traversata cittadina attirando su di sè negatività accumulatesi e necessita di essere scacciato apotropaicamente e al fine di allontanarle, propiziando e permettendo di generare la Luna dell'anno nuovo, Anna Perenna, festeggiata il giorno seguente alle Idi di Marzo.
Del resto il nome stesso "Veturius" deriva da veteris, vecchio e Mamurio è molto simile ai nomi italici di Marte (Mamerte/Mamers in osco). Il "vecchio Marte", l'anno vecchio, passato.
Non dobbiamo infatti dimenticare che l'arcaico inizio dell'anno romano era in Marzo, e non in Gennaio.

Gianluca Vannucci

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