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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


sabato 23 maggio 2020

Iunius

Iunius è l'ultimo mese che arcaicamente possedeva un nome, ed era dedicato a Iuno, Madre Celeste e Divina Sposa del Tonante, che mette alla prova ognuno di noi, che presiede anche allo Stato come all'altra istituzione per eccellenza: il  matrimonio. Non a caso questo mese è ritenuto tutt'ora nella cultura popolare quello più adatto per le unioni, anche se ciò è vero solo per quanto riguarda la seconda parte del mese, dalle Idi in poi.





La prima parte in effetti è ancora abbastanza tetra e risente della fase finale, oscura, di Maius.

Il mese alle Kalendae si apre con l'anniversario della dedica del Templum Iunonis Monetae, cioè "ammonitrice" in quanto nel 396 a.e.v. le oche del Campidoglio, sacre alla Dea, starnazzando svegliarono il console Marco Manlio, che scorse l'arrivo degli incursori galli di Brenno, dando l'allarme.
Le fu dedicato il Tempio nel 344 a.e.v. da Marco Furio Camillo

Sempre il 1 giugno, nel 509 a.e.v., avvenne l'instaurazione della Res Publica, i cui i primi consoli furono Lucio Giunio Bruto e Publio Valerio Publicola.

Ricorreva sempre il 1 giugno la dedicatio del Templum Tempestatis, ove si sacrificava una pecora nera, (per maggiori informazioni vedere l'articolo: Il culto delle Sirene in Italia).

CARNARIA

Alle calende si offriva poi un piatto di farro con fave e lardo alla Dea Carna, era infatti l'anniversario del Tempio a Lei dedicato sul Celio proprio da Lucio Giunio Bruto.

Carna, detta anche Crane, era la Dea protettrice degli organi interni (in particolare cuore e fegato) e del benessere fisico dell'uomo; al nutrimento del corpo e correlata quindi anche ai piatti sostanziosi come quello a Lei offerto, al loro consumo e conseguente riabilitazione fisica.

In un racconto narrato da Ovidio è Lei a salvare Proca, futuro re di Alba Longa e nonno di Romolo.
La nutrice del piccolo Proca si accorse infatti che era sempre più deperito e aveva graffi sulle guance.
La Dea allora rivela un particolare rituale magico che permette di salvare il bambino dalle Strigaes, che si cibavano delle sue viscere e del suo sangue durante le notti.




SEMO SANCUS DIUS FIDIUS

Alle Nonae invece veniva ricordava la dedica al tempio di Semo Sancus Dius Fidius sul Quirinale, nel 466 a.e.v. dove venivano conservati i trattati.
La statua del Dio che vi si trovava lo raffigurava nudo con in mano un fulmine o forse una clava, in quanto i Suoi sacerdoti erano addetti all'espiazione dei fulmini, sacrificando agnelli bidenti e consacrando i luoghi del prodigio.

Esso era Divinità umbro-sabina dei patti, dei giuramenti solenni e progenitore del popolo sabino in quanto padre dell'Eroe Sabus secondo Catone, mentre secondo Varrone il civilizzatore e progenitore Egli stesso, una sorta di Giove sabino.
Il tempio era senza tetto, in quanto i giuramenti dovevano essere fatti sotto il cielo e da esso protetti. Una funzione quindi che ricorda l'indo-iranico Mithra e molto di più il Tiwaz luvio e germanico, in realtà Dio pan-indoeuropeo del cielo splendente e della folgore, dei patti e dei giuramenti. Secondo Giovanni Lido infatti Sancus è il nome del cielo in sabino.

Connesso alla Dea Salus, con l'epiteto di Semonia, è forse collegato anche al culto arcaico dei Semones citati nel carmen arvale, i genii sei semi e per questo anche ctonii; è tremendo persecutore degli spergiuri e per questo fu identificato con Ercole e talvolta con Orcus.
Dal Suo nome derivano i termini "sancire" e "sanzione"ma anche santo, Deo Sancto.
La santità della Fides, che rende il giuramento inscindibile.


Statua di Semo Sancus


Le ricorrenze proseguivano l'8 giugno con l'anniversario della dedica al tempio della Dea Mens, che favorisce il buon consiglio.
I Matralia l'11 giugno.

Vi era poi la lustrazione dell'aedes Vesta che culminava alle Idi, dopodiché iniziava il periodo più propizio dell'anno ai matrimoni e anche il più luminoso dell'anno.
Una riproposizione delle Quinquatrie di Minerva celebrate in marzo.

Intorno al Solstizio in Roma si festeggiava Minerva il 19, anniversario di una dedica; il 20 Summanus, Dio dei fulmini notturni e il 24 giugno Fors Fortuna, una festività rimasta a lungo nella tradizione di tutta Europa e tuttora nei falò di San Giovanni.


Gianluca Vannucci


1 commento:

Unknown ha detto...

Come sempre ben documentato, si denota proprietà nel linguaggio, e nell esposizione del testo. Complimenti e buon proseguimento.

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