Carica probabilmente istituita da Numa Pompilio, l'uomo più pio e grande riformatore della Tradizione romana, le origini della carica si fanno risalire alla costruzione del Ponte Sublicio, il più antico sul Tevere.
Era il depositario del sacro, dei riti e delle formule corrette della tradizione romana.
Egli ordinava il calendario in base alle lunazioni e stabiliva il giorno delle Calende, delle None e delle Idi.
E fino alla riforma del calendario giuliano suo compito era inserire il mese intercalare a fine febbraio per ri-allineare i mesi.
Conosceva formule d'invocazione, voti, carmina, dedicatio e piaculum per ogni evenienza, le norme dei vari templi e garantiva anche la continuità dei culti rimasti senza titolari infatti ha completa autorità sui sacra patria e veglia sui sacra privata.
Decideva quali culti introdurre e se fossero conformi alla Tradizione e alla Salute di Roma.
E fino alla riforma del calendario giuliano suo compito era inserire il mese intercalare a fine febbraio per ri-allineare i mesi.
Conosceva formule d'invocazione, voti, carmina, dedicatio e piaculum per ogni evenienza, le norme dei vari templi e garantiva anche la continuità dei culti rimasti senza titolari infatti ha completa autorità sui sacra patria e veglia sui sacra privata.
Decideva quali culti introdurre e se fossero conformi alla Tradizione e alla Salute di Roma.
Come riporta Macrobio nei Saturnalia "va ricercato nei decreti pontifici ciò che deve intendersi per sacro e profano, per santo e religioso". Sacro ad esempio era un luogo o oggetto dedicato aGli Dèi, religioso qualcosa che un cittadino ha offerto ad un Dio per appunto suo sentimento religioso oppure ciò che un Dio pretende per sé ad esempio quando colpisce con un fulmine, sante erano le mura cittadine. Ad esempio il pontefice era chiamato a decidere se un luogo sacro rimanesse tale e non divenisse religioso qualora fosse colpito da un fulmine.
Presiedeva al collegio pontificio e, in epoca repubblicana, nominava i Flamini maggiori, le Vestali (delle quali è il consigliere e talvolta rappresentante).
Dal 12 a.e.v. quando cioè il Divo Augusto ne assunse la carica gli imperatori successivi erano di conseguenza anche Pontefici Massimi fino al 376, anno in cui il cristiano fondamentalista Graziano, con un atto estremamente empio, rinunciò alla carica di fatto abdicandola al vescovo di Roma, annullandola e facendo venire a meno la benedizione degli Dèi su Roma e l'Impero, riducendolo negli anni seguenti a un mero impianto statale.
Delegando sostanzialmente al cristiano vescovo di Roma anche il governo dell'impero (che dopo un secolo esatto crollerà) e segnando l'inizio del dominio teocratico della Chiesa.
Gianluca Vannucci
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