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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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venerdì 19 gennaio 2024

San Sebastiano, il sacrificio necessario

 


Il 20 gennaio i cristiani celebrano San Sebastiano, la sua storia ci perviene da fonti agiogrfiche e molto poco credibili sebbene sia attestato fra i primi santi adorati dai cristiani.

Le scarse info sono basate sostanzialmente sulla Passio – fantasioso racconto del V secolo – e sulla Legenda Aurea di Iacopo da Varazze, commissionata dalla chiesa nel tardo Medio Evo. 

Nato forse a Narbona poi trasferito a Milano e arruolato nell’esercito romano, dove aveva fatto carriera anche grazie alla simpatia e all’appoggio degli imperatori Massimiano e Diocleziano. Malauguratamente però era cristiano e non ci volle molto perché fosse scoperto e condannato a morte: legato a un palo, fu bersagliato da tante frecce “da sembrare un riccio” e lasciato sul luogo del supplizio; tuttavia il giovane respirava ancora quando tale Irene andò a raccoglierlo per curarlo nella sua casa. 

Così, una volta guarito, l’aspirante martire cercò lui stesso gli imperatori che questa volta lo fecero ammazzare a frustate nell’ippodromo del Palatino e buttare nella Cloaca massima, certi che in quella fogna puzzolente nessuno l’avrebbe trovato (come se Diocleziano avesse tempo da perdere).

Sebastiano poi comparì sogno a un’altra pia matrona per ordinarle di raccogliere i resti e dare loro degna sepoltura presso una catacomba sulla via Appia, da allora chiamata col suo nome. 


Traslate in seguito in una basilica, le spoglie diventarono popolarissime  in seguito le sue reliquie furono smembrate e distribuite, mentre il suo culto si estese in tutta Italia e in particolare in meridione e in Trentino, caratterizzato come per quello di Antonio Abate dall'accensione di falò e la preparazione di dolci e pani. 


L'iconografia di Sebastiano dagli albori del cristianesimo lo rappresentava come un militare(come compare in Sant’Apollinare nuovo a Ravenna e nella più tarda basilica di San Pietro in Vincoli a Roma: un uomo di mezza età in buona salute e senza frecce conficcate nel corpo) tuttavia dopo l'imposizione forzata del cristianesimo niceano da parte di Teodosio e con lo svilupparsi del suo culto in varie zone d'Europa l'aspetto del santo cambiò radiclamente nelle raffigurazioni.


San Sebastiano, San Pietro in Vincoli, Roma


Nel medioevo, venne dipinto con una freccia, attributo che lo caratterizzerà d'ora in poi, dopo il 680 quando la fine di una pestilenza a Roma fu attribuita all’intervento miracoloso del Santo.

La raffigurazione di Sebastiano cambiò radicalmente, divenne un giovane bello e con frecce in mano, oppure con la riscoperta delle proporzioni dell'arte classica durante il Rinascimento, rifacendosi alle statue e ai mosaici di Adone e Apollo venne raffigurato seminudo e con frecce nel costato. Tanto da spingere nel 1624 l’arcivescovo di Milano Federico Borromeo nel suo “De Pictura sacra”, a raccomandare invano agli artisti di trascurare la bellezza del Santo per concentrarsi sulle sue ferite e sul significato salvifico del martirio, facendo pure notare che Sebastiano era stato ammazzato in età adulta.


Jaume Ferrer, Museu nacional d’art de Catalunya


Tutte queste considerazioni possono condurci alla prosecuzione di un culto antico, la Divinità che scongiurava peste e malattie e per giunta munita di frecce è Apollo, molto venerato appunto in tutta Italia ma specificatamente al sud.

Emblematico il fatto che grazie a una intercessione di Sebastiano sarebbe stata scongiurata una tremenda ondata di peste.

Inoltre i detti popolari fanno riferimento a San Sebastiano come un santo solare, "San Sebastiano un'ora buona", legandolo anche qui ad Apollo e all'avanzamento del Sol nascente nel ciclo annuale.


Il racconto agiografico poi delle frecce e anche la storia commissionata nel 1200 a Jacopo da Varazze sa tanto di copertura di qualcos altro. Al tempo furono da poco cristianizzati i popoli norreni, tra i popoli norreni e germanici era molto diffuso il culto di Baldr. Divinità solare che, come Sebastiano, fu bersagliata di frecce.


Andrea Mantegna, Galleria Franchetti Cà d’oro, Venezia



Infatti le fonti narrano che Odino trovò che il Fato aveva già decretato la morte di Baldr, quindi Frigg raduna ogni essere vivente facendogli giurare che nessuno potrà mai essere nocivo al Buon Dio.

Decretato ciò Gli Dèi in circolo tirano frecce a Balder (vi ricorda il martirio di Sebastiano) se non che Loki, avendo scoperto che l'unico essere in grado di danneggiare Balder era il vischio convinse Hodr l'arcere cieco a scoccarlo contro Il Dio, uccidendolo e creato profondo sgomento fra tutti Gli Dèi.

Baldur tornerà in seguito dopo il Ragnarok per ricreare una nuova età dell'oro.

Infatti come tramanda Snorri: "Questa storia ebbe inizio quando Baldr il buono fece terribili sogni premonitori che riguardavano la sua vita. Egli raccontò questi sogni agli Æsir, quindi essi si riunirono in consiglio e fu deciso di proteggere Baldr da ogni tipo di pericolo. Frigg si fece giurare dal fuoco, dall'acqua, dal ferro e da ogni specie di metallo, pietre, terra, alberi, malanni, belve, uccelli, veleno e serpenti, che non avrebbero fatto alcun male a Baldr.

Quando ciò fu stabilito e garantito, Baldr e gli Æsir si misero a fare un gioco nel quale lui stava in piedi al centro del þing, mentre tutti gli altri dovevano colpirlo, trafiggerlo [con armi] o lanciargli pietre. Ma qualunque cosa gli si facesse, [Baldr] non veniva ferito, e questo parve a tutti un grande vantaggio... "

Snorri Sturluson, Gylfaginning


Baldr

La leggenda aurea di Jacopo da Varazze sembra accuratamente studiata per soppiantare il culto di Baldr, diffuso anche in Germania e Italia e in generale in tutta l'area Sveva come dimostrato dalla Sua citazione negli incantesimi del codice di Merseburgo. Tuttora infatti il culto di San Sebastiano è diffuso anche in Trentino Aldo Adige ed è patrono degli schutzen.


Baldr poi è un altro Dio solare, come Apollo greco-italico, e il blot germanico a Lui sacro cadeva proprio nel periodo di Yule, tra dicembre e fine febbraio (quando cadeva il blot di Donar/Thor) ed era un sacrificio necessario al ritorno della luce e del periodo luminoso dell'anno. Proprio come indicato anche dagli odierni detti popolari su San Sebastiano.


Alla luce di tutte queste considerazioni possiamo considerare il ponte creato con San Sebastiano un Genio della schiera apollinea e soprattutto legato a Baldr per i sodali gentili germanici (ma non solo).


Gianluca Vannucci



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