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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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mercoledì 11 marzo 2020

Le Vestali

Sono le sacerdotesse preposte al mantenimento del Sacro Fuoco di Vesta e ad Essa consacrate.

Il Fuoco doveva essere mantenuto sempre acceso poiché rappresentava, come il Primo Fuoco vedico, il Fuoco dell'officiante, che infatti è l'origine di tutto e a partire da Esso si accendono gli altri fuochi e non deve mai spegnersi poichè l'ignis Vestae è il focolare di Roma e quindi una delle garanzie del suo vincolo sulla terra, della sua permanenza nella storia.
Esso esprimendo il vincolo con la terra è questo mondo, e come tale è tondo, non a caso l'aedes Vesta era circolare, poichè non ha bisogno di essere in-augurata, non ha a che fare coi sacrifici e il cielo ed è dunque un'aedes sacra a differenza del templum; mentre il fuoco in cui si sacrifica è quadrangolare, come il cielo e rappresenta il mondo supero, come appunto i templi inaugurati secondo posizioni del cielo, davanti ai quali ardono per il sacrificio gli altaria la cui funzione è trasmettere l'offerta alla Divinità.


resti del Tempio di Vesta, Roma foro




















Roma era davvero un immenso templum a cielo aperto, una città dove il sacro era palpabile e la connessione degli individui era perpetua, oggi diremmo che vivevano in costante meditazione.
La città infatti ha da una parte il proprio focolare e poi numerosi altari e templi per i focolari delle offerte.

La funzione del Fuoco di Vesta è terrestre in quanto assicura stabilità e durata dell'Urbe.
Poichè l'istituzione del culto del Fuoco è attribuita a Romolo, molto probabilmente fu Lui a istituire il collegio sacerdotale delle stesse.
Secondo la Tradizione infatti la stessa madre di Romolo, Rea Silvia, fu vestale.
Secondo Tito Livio invece l'ordine delle Vestali fu il secondo ad essere istituito da Numa, subito dopo i Flamini.
La consacrazione delle Vestali, solitamente sei bambine patrizie fra i 6 e i 10 anni sorteggiate, avveniva col Pontefice Massimo che pronunciava "Ego te amata capio" e gli erano sottoposte come ad un marito, nonché consacrate a Vesta.
Una Vestale era tale per 30 anni al termine del periodo erano libere di sposarsi. e abbandonare la carica, qualora lo volessero.



Vestali antiche di Jean Raoux (1727) 
Pais des Beaux Arts, Lille










Abitavano l'atrium Vestae, affianco all'aedes di Vesta nel quale dovevano sorvegliare il Fuoco ma anche preparare la mola salsa col quale "immolare" la vittima sacrificale nei riti cittadini.
Erano a loro affidati e custoditi nell'aedes i Pignora Fatali, gli oggetti più sacri di Roma che ne garantivano la potenza e il futuro.


Oltre agli obblighi ricevevano moltissimi onori e privilegi superiori alle comuni donne romane:
potevano uscire liberamente, il loro sostentamento era a carico dello Stato, potevano fare testamento, testimoniare senza giuramento, i magistrati cedevano loro il passo.
Avevano anche il diritto di chiedere la grazia per un condannato a morte da loro incontrato casualmente e di essere sepolte dentro il pomerio in quanto il loro corpo o ceneri erano puri.

Nel 382 l'imperatore Graziano con gran sacrilegio fece confiscare le strutture di proprietà del Tempio nei suoi dintorni e smise di finanziarlo a livello statale, anche se i Senatori continuarono a finanziarlo di tasca propria. 

L'ordine delle vestali cessò di esistere quando Teodosio l'Empio diede ordine di spegnere il Sacro Fuoco di Vesta nel 391, abolendone il collegio e trasferendo il cospicuo patrimonio interamente alla Chiesa.
Con lo spegnimento del Fuoco, Roma fu condannata alla fine più tremenda e la civiltà al collasso, aprendo le porte a un'era buia in cui le anime rimanevano soggiogate nell'ignoranza da giochi di potere e dittature religiose.

Ma il Fuoco Eterno è la nostra Anima e noi siamo ancora qui.

Gianluca Vannucci


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