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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


mercoledì 18 marzo 2020

Il ciclo equinoziale del Sanguem

Il ciclo del Sanguem, occorre precisarlo, non è menzionato nel calendario pubblico romano né nei "Fasti" di Ovidio. Si celebrava dal 15 Marzo, giorno delle Idi fino al 27 comprendendo quindi tutto il periodo equinoziale (che in passato avveniva astronomicamente intorno al 24 marzo).



Sacerdote gallo
Era una festività di origine frigia in onore di Cibele e di Attis, importata in Roma durante la tarda epoca repubblicana (204 a.e.v.) al cui culto dovevano essere preposti sacerdoti stranieri detti galli (derivante dal fiume Gallos del mito di Attis) provenienti dalla Frigia, in Anatolia.

Essi non potevano essere cittadini romani poiché dovevano essere eunuchi (l'evirazione era poribita dalla legislazione romana), e vestirsi con indumenti femminili, in quanto rappresentanti di Attis e come tale, servitori della Dea. 





Nel mito infatti la Dea si invaghì di Attis, che però la tradì con una ninfa fluviale. Cibele adirata fece morire la ninfa tagliando un albero e Attis, impazzito di dolore si evirò.
Cibele impietosita gli restituì il membro e lo prese come Suo cocchiere.

Ovviamente il mito ha significati intrinsechi. Attis, presso il fiume Gallos (la Galassia)rappresenta la natura, il demiurgo di ciò che nasce, vive e perisce, invaghitosi della Ninfa (ovvero la materia) viene punito dalLa Madre deGli Dèi.
In questo senso si evira per non procedere oltre e "muore". La Dea impietosita Lo resuscita e Gli dona un pileo stellato, prendendolo con sè. Il Dio è tornato alla Sua sede sovramondana, dopo essere sceso nei recessi del mondo materiale, e aver così santificato la sostanza.

Attis da Tarso I-II sec. a.e.v.
Museo del Louvre


I GIORNI DEL CICLO EQUINOZIALE

15 Marzo: Canna Intrat


Inizia il periodo equinoziale, con una solenne processione di cannofori che, portandoappunto fusti di canne, si recava al Tempio delLa Madre deGli Dèi sul Palatino in ricordo dell'esposizione di Attis Bambino in un canneto. Oltre che al fine di propriziare pioggia.

Seguiva poi il Castus Matris (Digiuno delLa Madre) fino al 21 marzo.


 

22 Marzo: Arbor Intrat

Proseguono le ricorrenze equinoziali, con la morte di Attis.

Si tagliava un pino, privato dei rami, avvolto in bende di lana rosso sangue, omaggiato con ghirlande di viole e con strumenti musicali come la siringa, e vi collocavano sulla sommità effigi del Dio, i dendrofori poi trasportavano questo albero-fallo fino al tempio di Cibele sul Palatino.

Qui si svolgeva la commemorazione per la morte di Attis.





23 Marzo: Tubilustrium

Questa cerimonia di lustrazione delle trombe da guerra, tipicamente romana, si inserì perfettamente nell'ambito del ciclo festivo equinoziale di Attis, in quanto il risuonare delle tubae annunciava la morte del Dio nel significato della celebrazione frigia.
Rimandiamo all'articolo dedicato:  https://ilfuocoeterno.blogspot.com/2023/03/tubilustrum.html



24 Marzo: Dies Sanguinis

Dopo il taglio del pino il compianto funebre per Attis raggiungeva il culmine il giorno del Sanguem.

I sacerdoti del culto, chiamati Galli, (ma non l'Arcigallo in quanto era cittadino romano e aveva funzioni oracolare e di presidenza) si tagliavano le carni con cocci e spargevano del sangue sull'albero-fallo, così come il sangue di Attis creò poi le viole.

Seguivano poi altri sacerdoti e gli astanti danzavano catarticamente.

Il pino veniva poi chiuso nei recessi del Tempio fino all'anno successivo e terminava il pianto funebre.

Questa particolare forma devozionale è sopravvissuta in alcune usanze della settimana santa in Calabria in cui alcuni uomini si lacerano i polpacci correndo per la città.





25 Marzo: Hilaria

Attis è risorto, il fatto era reso visibile dalla conformazione del Tempio che permetteva, al culmine equinoziale, la penetrazione in un preciso punto di un fascio luminoso. Nonché dallo scoppiare della vita primaverile.

Cortei gioiosi per le strade riempivano l'Urbe. Era un giorno di festa molto sentito.

Attis, dopo essere "caduto" nei recessi del mondo materiale (essendosi infatuato della Ninfa nel mito) e punito dalla Magna Mater per non essersi controllato nella Sua azione demiurgica, si castra e così facendo ferma il Suo procedere ulteriormente ma "muore".

La Madre deGli Dèi impietosita però Lo resuscita e donandogli un pileo stellato prende Attis con sé. Il Dio è tornato nella Sua sede sovramondana dopo essere disceso e aver in questo modo santificato la materia.


Cibele con Attis


27 Marzo: Lavatio

Dopo un giorno di riposo sacro eccoci all' ultimo giorno del ciclo equinoziale. La statua di Cibele Frigia veniva portata in processione fino al fiume Almone. Qui l'arcigallo dopo aver purificato con abluzioni la statua la cospargeva di cenere.

Con un corteo di canti e balli la statua veniva poi solennemente riportata al Tempio sul Palatino, concludendo le cerimonie del ciclo.

Il giorno successivo (Initium Caiani) si poteva essere iniziati ai Misteri di Attis, presso un santuario frigio sul colle Vaticano in una apposita cerimonia.



 

Analizzando dunque gli Inni a Lui dedicati e il ciclo di festività equinoziali al quale è legato possiamo definire Attis come il diretto Demiurgo del nostro mondo, Il Dio intellettivo che contiene le forme materiali e soprattutto sublunari, che si è spinto fino ai limiti estremi quindi della materia e poi si è dovuto castrare per non procedere illimitatamente.
D'altronde possiamo evincere ciò anche dalle parole dell' Imperatore Giuliano nel Suo bellissimo "Inno alLa Madre deGli Dèi": 

"Conviene dunque, anzitutto, ricordare in breve chi sia Attis, secondo noi, e cosa rappresenti l'evirazione, di cosa siano simbolo le cerimonie che avvengono dopo l'evirazione fino agli Hilaria e cosa significhi la purificazione. Si diceva, dunque, che Attis è un principio causale (una causa) e un Dio, il demiurgo diretto del mondo materiale, Il quale, disceso fino agli estremi limiti è fermato dal movimento demiurgico del Sole, quando il Dio è sulla circonferenza perfettamente delimitata del cosmo, chiamata equinozio in base ai suoi effetti. Dicevamo, poi, che l'evirazione è l'arresto della dispersione infinita, della spinta verso l'illimitato, che avviene appunto attraverso il richiamo e la resurrezione di Attis, l'elevazione alle cause anteriori e originarie. Per quanto riguarda, infine, il rito di purificazione stesso, diciamo che il suo obiettivo è l'ascesa delle anime."


Gianluca Vannucci





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