Atto Navio, augure durante il regno di Tarquinio Prisco, grazie alla sua fama di esperto nell'arte etrusca, fu convocato dal Re in quanto Egli voleva raddoppiare il numero degli Equites.
A questo poposito occorre ricordare che la classe dell'ordine equestre fu formata e suddivisa da Romolo in 3 centurie (quindi 300 unità) una per ognuna delle Gens originarie: Ramnes, Tities e Luceres.
Tarquinio Prisco, ottenuto il favore di corte propose di aggiungerne altre 3 col Suo nome e altre due col nome dei Suoi sostenitori. Ma poiché il Divino Romolo aveva posto sotto la tutela degli aruspici l'ordine equestre nessuna modifica poteva essere fatta senza il loro consenso.
Alla richiesta Navio rispose: "non è lecito cambiare o rinnovare l'ordinamento di Romolo ,perché ogni cosa è stata da lui sancita attraverso un Augurium è per volere divino, per mutare qualcosa è necessario interrogare di nuovo gli Dei ed osservare se il volo degli uccelli concede il permesso".
Il Re, per mettere alla prova a validità della scienza augurale, chiese allora a Navio di consultare gli auspici per capire se ciò che aveva in mente il Re potesse essere fatto.
Alla risposta positiva dell'augure Tarquinio Prisco fece portare una pietra e un rasoio chiedendo a Navio di tagliarla allora, poiché stava pensando a questo.
Preso il rasoio Atto Navio senza indugi tagliò in due parti la pietra. Tarquinio Prisco dovette chiamare le centurie Ramnes, Tities e Luceres posteriores, inoltre fece erigere una statua nel Comizio del Senato in onore dell'augure, dietro la quale fu conservata la pietra tagliata.
Atto Navio ci è esempio di come la Pietas, unita alla Fides siano valori imprescindibili e che, nel pieno esercizio di queste Virtù non possiamo essere nel torto.
Tarquinio Prisco consulta Atto Nevio, Sebastiano Ricci, 1690 |
Gianluca Vannucci
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