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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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mercoledì 11 marzo 2020

I Flamini

Il Flamen era il sacerdote preposto al culto di una Divinità, della quale prendeva il nome.

Furono istituiti, come scrive Tito Livio, da Numa Pompilio, secondo re di Roma e legislatore della Religione Tradizionale Romana.

I più importanti erano 3, i Flamines Maiores, preposti al culto degli Dèi della Triade arcaica, e che venivano nominati dal Collegium Pontificum, presieduto dal pontifex Maximus, ovvero:

- Flamen Dialis: il Flamen più importante, personificazione vivente di Iuppiter, di cui celebrava i riti. Era l'unico a poter presenziare al Senato con diritto alla sedia curule.
Godeva dei massimi onori e rispetti ma aveva anche moltissime limitazioni, che soprattutto miravano ad assicurare la sua presenza in Roma.
Esso doveva sempre portare in testa l'apex con in cima un ramoscello d'ulivo.
La sua persona stessa era sacra e inviolabile, al suo passaggio doveva cessare ogni attività lavorativa e ogni voce, in quanto era in costante contatto con Iuppiter.
L'elenco di divieti e limitazionial quale erano sott oposti il Flamine Diale e la Flaminica sua moglie, è sbalorditivo, tanto che per un certo periodo nella tarda Res Publica vi fu un momento nel quale questa carica rimase vacante in quanto nessuno era disposto a ricoprirla, troppo impegnati, anche a causa alla diffusione di alcuni stili di vita ellenisti più libertini, a godersi meglio la vita dopo la sconfitta di Cartagine.
Tra i suoi obblighi maggiori vi era il non dover viaggiare a cavallo; non doveva avere nodi addosso o anelli; non poteva prestare giuramento; non doveva vedere eserciti in armi; doveva dormire in un letto con sotto i piedi sempre del terriccio romano in modo che dormisse sempre sul suolo dell'Urbe; non poteva toccare capre, carne cruda, fave, edera; non poteva dormire fuori dal suo letto oltre 3 giorni; se perdeva la moglie doveva lasciare la carica; non poteva togliersi la tunica se non nella sua abitazione; ogni suo giorno era festivo; non poteva abbandonare o lasciare l'Italia per nessun motivo.
Moltissimi altri divieti e obblighi gli erano fatti, oltre a questi, al fine di preservare l'immagine vivente di Giove su suolo romano.

- Flamen Martialis: preposto al culto di Marte, non abbiamo notizie di particolari divieti al quale fosse sottoposto, al contrario del Flamine Diale che rappresentava Giove quindi la Legge e la Sua filosofia.
Possiamo supporre officiasse durante l'Equus October, il rito del cavallo di Marte alle Idi di Ottobre.

- Flamen Quirinalis: preposto al culto di Quirinus, il Dio del popolo romano, officiava nei riti per lo più comunitari e agrari quali le festività dei Quirinalia in febbraio, dei Robigalia in aprile, dei Consualia di agosto e dei Larentalia di dicembre.

Vi erano poi i Falmines minores, dei quali purtroppo abbiamo scarse testimonianze:

- Flamen Carmentalis, preposto al culto di Carmenta. Officiava alle Carmentalia;
- Flamen Cerealis, sacerdote del culto di Keres, grazie a Varrone abbiamo un cospiscuo elenco di Indigitamenta utilizzati nei suoi rituali agrari;
- Flamen Falacer;
- Flamen Florealis, sacerdote di Flora, celebrava le Floralia a fine aprile/inizio maggio;
- Flamen Furinalis, preposto al culto di Furina, invocata in luglio in quanto Dea delle falde acquifere;
- Flamen Palatualis, preposto al culto di Palatua;
- Flamen Pomonalis, sacerdote di Pomona;
- Flamen Portunalis, preposto al culto di Portuno, Dio gianico dei porti;
- Flamen Vulcanalis, preposto al culto di Vulcano, officiava i Volcanalia di fine agosto;
- Flamen Volturnalis, sacerdote di Vulturnus, genio del vento di sud-est, al quale si offrive a fine agosto per evitare che "bruciasse" le uve da vendemmiare con le Sue vampate.


I Flamini romani furono una figura molto importante per la religione e la società italico-romana. Tanto da essere paragonati da Dumezil e non solo, ai Bramini indù e ai Druidi gallici.

Gianluca Vannucci



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