Chi siamo:

Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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sabato 29 giugno 2024

29 Giugno, la riconsacrazione del Tempio a Quirino e la fine del raccolto


Il 29 Giugno era l'anniversario della riconsacrazione del Tempio a Quirino sul Quirinale da parte dell'Imperatore e Divo Augusto.

Attento riformatore religioso infatti Augusto, attuò un vero e proprio restauro del Mos Maiorum in tempi degradati come quelli della tarda Res publica. Tra le altre cose riformò il collegio degli Arvali, destinato diversamente a scomparire, costruì diversi templi tra i quali quello di Apollo in Palatino e restaurò questo di Quirino sul Quirinale.

Il Tempio in origine fu edificato dal console Lucio Papirio Cursore nel 290 a.e.v., quasi sicuramente su un altare più antico dedicato al Dio Quirino dalle tribù che in epoca arcaica abitavano il Quirinale, da cui il nome.  

Nel 16 a.e.v. venne restaurato da Augusto ed inaugurato il 29 giugno. Il restauro, descritto da Vitruvio, (nel De Architectura, III, II, 7.) lo trasformò in un tempio dorico diptero ottastilo:

"Ho eretto la Curia e il portico contiguo, il Tempio di Apollo sul Palatino con i portici, il Tempio del Divo Giulio, il Lupercale, il portico nei pressi del circo Flaminio - tollerai che fosse chiamato Ottavio, dal nome di chi aveva eretto la struttura precedente, in quello stesso luogo, il Pulvinare al Circo Massimo, i templi sul Campidoglio di Giove Feretrio e Giove Tonante, il tempio di Quirino, i templi di Minerva, di Giunone Regina e di Giove Libertà sull'Aventino, il tempio dei Lari in cima alla Via Sacra, il tempio dei Penati sulla Velia, il tempio di Iuventas e il tempio della Grande Madre sul Palatino."


Il 29 giugno tuttavia non è una data casuale, come ben sappiamo niente è casuale soprattutto in ambito religioso e tradizionale.

Infatti a Roma e in genere in Italia era ed è la fine del periodo di raccolta del grano, Quirino oltre che Dio delle curie è Dio del farro (ricordiamo l'altra Sua festa in Febbraio, Quirinalia dedicata alla tostatura del farro da parte delle curie) e per estensione lo divenne anche del grano, che stava divenendo in epoca imperiale, sempre più alimento portante.

Il grano così come il farro ricordano poi il sacrificio di Romolo, fattosi carne per stabilizzare il Logos in terra, fondando L'Urbe e poi tornato tra Gli Dèi come Quirinus.


Abbiamo anche indizi che in questa data si ricordasse l'evento della presa degli auspici, cioè quando Romolo e il gemello Remo videro gli avvoltoi e venne decisa la fondazione dell'Urbe in base alla vittoria di Romolo.

Sono stati infatti trovati mosaici votivi del Tempio che raffigurano questa scena.


Questo spiegherebbe perchè oggi in ambito cristiano si celebra la festa di Pietro e Paolo, evidentemente sovrapposta dalle elites ecclesiastiche a sostituire una festa molto sentita a livello popolare soprattutto a Roma.


Gianluca Vannucci



lunedì 26 febbraio 2024

Quirinalia, la festa degli stolti


 

Il 17° giorno del mese di Februarius si celebravano a Roma le Quirinalia.


Istituita da Numa Pompilio la festa era dedicata a Quirinus, Il Dio delle Curie, poiché era l'ultimo dei 30 giorni di Fornacalia. Ovvero giorni utili alla torrefazione del farro, raccolto il 17 gennaio.

Ogni Curia aveva un giorno a propria disposizione per tostare il farro, poiché le curie erano 30 vi erano quindi 30 giorni, ma se un cittadino non conosceva (e non si curava di sapere) la propria curia di appartenenza poteva tostare il farro l'ultimo giorno, sacro a Quirino, identificato con Padre Romolo.


Erano quindi dette anche stultorum feriae, ovvero la festa degli stolti, proprio in riferimento a chi ancora, nonostante un mese a disposizione, non avesse già portato il farro a tostare.

Era quindi concesso loro di celebrare il rito a Quirino, Dio delle curie, e poi procedere alla torrefazione del proprio farro, alimento fondante della nostra civiltà.

Tuttora in fatti il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio si preparano pani di farro e inizia il Carnevale in diverse località della nostra nazione, che comprendeva anche il lancio apotropaico di semenze come il farro.

Romolo apparve a Proculo di ritorno da Albalonga, al quale, rese portatore presso il popolo dei Quiriti, il divieto di versare lacrime, di offrire incenso e coltivare il ricordo degli avi e lo spirito guerriero. Romolo come apparve così scomparve nella limpida aria. Proculo convocato il popolo imparti gli ordini e si eresse un tempio sul colle che da lui ne prende il nome, ossia Quirinalis . Il flamen quirinalis, ossia il sacerdote di Quirinus, era annoverato tra i tre flamines maiores:

Si erige un tempio al Dio che da lui si nomina anche il colle e in giorni si fissi si celebrano le cerimonie sacre ai padri In onore del dio Quirino.

Templa Deo fiunt collis quoque dictus ab illo est et referunt cert sacra paterna dies

Ovidio, I Fasti lib. 2, 511-512.


Il Figlio di Marte si fece Uomo di stirpe reale, nacque da una Vergine, braccato e perseguitato fin da infante fu accolto in una grotta, tra animali e pastori; poi, riconosciuta la Sua identità, fondò un Regno, un Popolo, una Religione, istituì le Leggi.


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Gianluca Vannucci

domenica 24 dicembre 2023

Asinaria: la Festa dei Folli


Durante il Medio Evo, precisamente tra il XII e il XVII secolo si svolgeva soprattutto in Francia e Italia ma anche in Spagna una insolita celebrazione: la Festa dei Folli.

Organizzata spesso dal clero si celebrava nei giorni dopo il Natale, ovvero il 26, 27 e 28 dicembre, che secondo il cristianesimo sono dedicati rispettivamente a Santo Stefano, Giovanni Evangelista e agli Innocenti che sarebbero stati sterminati da re Erode.

Infatti l'altro nome della stessa era festa degli Innocenti, ma vi si celebrava l'asino a bordo del quale la Sacra Famiglia sarebbe fuggita in Egitto e, per omonimia come spesso accade nei culti, lo stesso col quale Cristo sarebbe entrato trionfalmente in Gerusalemme.

Ingresso a Gerusalemme, Giotto, Cappella degli Scrovegni

Quasi sicuramente (a mio parere) derivate dai Saturnali, durante questi giorni si invertiva l'ordine sociale ed erano consentiti gli scherzi più pesanti.

un giovane chierico che riceveva il titolo di vescovo dei pazzi (Episcopus stultorum), in evidente analogia col Re dei Saturnali, occupava la sede episcopale rivestita con gli ornamenti papali e con questa formula dava inizio ai festeggiamenti  


<< Lux  hodie

lux laetitiae

me judice tristis quisquis erit

removendus erit solemnibus istis

sint hodie procul invidiae

procul omnia maesta

laeta volunt quicumquae colunt

Asinaria Festa >>


<<…luce di oggi,

luce di letizia,

io stabilisco che tutto ciò che è triste

sia allontanato da qui.

Stia oggi lontana l’invidia,

lontana ogni cosa mesta,

vuole solo cose liete chi partecipa

all ‘ asinaria festa>>



I sacerdoti quindi erano i primi mascherati e con essi il popolo festante. I vescovi (evidentemente il potere dell'epoca come nei Saturnali erano i padroni coi servi) divenivano fanciulli e i fanciulli vescovi.

Questi prelati mascherati danzavano e cantavano così canti osceni, mangiavano salsicce sull'altare, giocavano a carte e dadi e bruciavano vecchi indumenti negli incensieri. L'omelia celebrata dal vescovo dei pazzi terminava con un raglio d'asino, ripetuto da tutti i presenti.



I giovani che venivano sorpresi a letto il giorno degli Innocenti, il 28 dicembre, ricevevano sulla schiena alcuni schiaffi. In varie città, i canonici, gli ecclesiastici e talvolta i secolari venivano, al mattino tirati giù dal letto letto nudi guidati tra le strade, nelle chiese sull'altare, dove vevivano annaffiati.


Non si sa molto altro sulla festa eccetto le condanne che ben presto iniziarono ad essere pronunciate, la prima è del 1198 di Odon de Sully. 


La Festa degli Folli fu ufficialmente vietata dal Concilio di Basilea nel 1431 e nuovamente in un documento emanato dalla facoltà teologica dell'Università di Parigi nel 1444; seguirono numerosi decreti da parte di consigli provinciali. Il divieto ufficiale risale al 31 dicembre 1519, sebbene si siano verificati casi di festival di questo tipo che sono sopravvissuti in Francia fino al 1721 ad Amiens, e al 1719 a Bruxelles.


Ora, analizzando questa bizzarra ricorrenza gli echi dei Saturnali appaiono ovvi, ma allora perché non ce n'è traccia prima del XII secolo? A mio parere perché da dopo il X secolo il paganesimo, con le varie tradizioni Gentili cessa di essere praticato pubblicamente in sud e ovest Europa (gli ultimi Gentili pubblici sono convertiti a forza nel Peloponneso a fine 900 da Nikone Metanoita un missionario integralista fatto santo). Inizia quindi il culto sotterraneo, ciò che prima veniva pubblicamente festeggiato in forme cultuali pagane oppure nelle case private assume, integrandosi nella religione pubblica, quella cattolica, valore ufficiale, tant'è che spesso è il clero locale stesso a indirla e promuoverla.


Altri collegamenti si ravvisano con i vari carnevali romani tradizionali, ad esempio anche Quirinalia, ricorrenza dedicata a Quirinus il 17 febbraio in pieno periodo purificatorio/carnevalesco, era chiamata festa degli stolti in riferimento all'ultimo giorno per tostare il farro, se ce ne fossimo scordati precedentemente nei giorni prescritti dalla nostra curia e quindi espiando torrefacendo il farro durante il rito a Quirino.


Anche la simbologia del festeggiato ufficiale di questa celebrazione è importante, l'asino infatti oltre all'aspetto ilare è nella Tradizione Italico-Romana e anche in quella Ellenica e in quella Gnostica sacro a Priapo, principiatore della vita e della fertilità encosmica, che riprende lentamente dopo il Solstizio invernale a germinare, coadiuvata anche dal Sole ri-nato. Quindi simbolo della virilità e della forza generativa maschile e quindi dell'Anno nuovo. 

In un mito il raglio dell'asino sveglia la Ninfa Lotide, Amadriade della pianta del loto, impedendo a Priapo di avere rapporto con Lei.

Inoltre il verso dell'asino, che chiudeva le messe e i riti celebrati durante questa Festa dei Folli è onomatopeicamente reso con "Iò", lo stesso augurio dei Saturnalia romani.


statua votiva di Priapus


Da ricordare che si tenevano in Grecia le Dionisia Rurali nel mese di Poseidon (dicembre) alle quali nelle campagne di prendeva parte con procession falliche, danze e scherzi, e le Lenee ovvero Dionisia urbane nel mese di Gamelion (gennaio) con tanto di spettacoli teatrali e banchetti. Si celebrava Dioniso in particolare ma anche Priapo attraverso le Falloforie tipiche delle Dionisia Rurali dicembrine. Dopotutto il Fanciullo dalla doppia porta è anche custode dell'anno e dei suoi due accessi solstiziali, come Ianus.

Proprio Liber Pater infatti entrò trionfalmente in Egitto a bordo della Sua cavalcatura, l'asino, accompagnato dal tutore nonché padre putativo Sileno, da satiri e da baccanti, sconfigge i Titani, che avevano cacciato re Ammone (Amon Il Dio cosmico "invisibile", il Cosmo stesso: Pan) dal Suo trono e a Lui lo restituisce. 

In questo periodo dell'anno quindi si ricorda la lotta contro i Titani, le forze della Natura, che prendono il sopravvento in inverno e che verranno definitivamente domati al ritorno della primavera e dell' Ordine dopo il Caos, che tuttavia è necessario per il ritorno della Luce, quindi torna l'atmosfera scherzosa, senza regole momentaneamente come durante i giocosi Saturnali italici. 


Il parallelismo con la Sacra Famiglia in Egitto, o anche con la trionfale entrata di Cristo in Gerusalemme è evidente.


Dioniso cavalca l'asino 


 

Un altro simbolismo esoterico di questa celebrazione medievale riguarda la Tradizione egiziana, l'asino infatti veniva associato a Seth, fautore della momentanea oscurità e caos causato dallo smembramento di Osiris, che tornerà a ristabilire l'Ordine cosmico.


Seth


Questa festa ha lasciato echi in certi paesi come ad esempio Putignano in Puglia, dove il Carnevale inizia il 26 dicembre, oppure in Spagna dove il giorno dei santi innocenti (28 dicembre) è ricorrenza molto sentita il fare scherzi (con tacito permesso) durante tutta la giornata.


Un altro eco della Tradizione in quello stranissimo e in realtà semisconisciuto periodo che fu il Medio Evo. 



Gianluca Vannucci



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