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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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domenica 22 marzo 2020

Aprilis

Aprile è il secondo mese dell'anno sacro.



Il Ver Sacrum di Marzo arcaicamente finiva in questo mese e nuove comunità si formavano nelle terre scelte dalle compagini guidate da Marte, forgiando nuovi popoli.

Anche Roma venne fondata tramite il Solco sacro, il 21 Aprile 753 a.e.v., durante la celebrazione dei Palilia, arcaica festività pastorale dei latini, che accolsero come capi i due Gemelli fatali.

È il tempo della Civiltà e, messi da parte i vagabondaggi nel bosco, delle Leggi da far necessariamente rispettare a chiunque, anche al proprio fratello se compie atti empi e contrari alla Comunità e allo Ius.

È tempo di formare nuove comunità, tra gli uomini come già detto attraverso la Fondazione, tra gli animali e la natura la primavera esplode definitivamente. Le specie amoreggiano durante questo mese e le temperature si fanno più miti e dolci, più femminili.


Venere, Veneralia e le altre feste


Il mese infatti è governato da Venus, da venerari ma anche da venenium.
Arcaicamente chiamata Frutis (secondo alcuni contrazione di Aphroditis) aveva due santuari, uno ad Ardea l'altro a Lanuvio (città già legata ad Enea), entrambi extraurbani dove vi si produceva vino. 
Questa Venus italica era infatti correlata al ribollire del vino e ai filtri d'amore, le pozioni ( i venenium appunto). Sacre a Iuppiter e a Lei infatti erano le Vinalia priora, il 23 aprile, dove si brindava con vino novello e si libava il vino a queste Divinità, sparrgendolo anche sull'altare; e i Vinalia rustica il 19 agosto col vino vecchio, più alcolico anche per aiutare a non sentire la fatica dei campi.
Il vinum infatti era considerato, oltre che un medicamento, anche un elisir inebriante, in quanto pone in stato d'ebbrezza e, appunto, un venenium poichè medicamentoso in giuste quantità, pericoloso qualora si esagerasse.





Venus era  inoltre protettrice di orti e giardini ("sic te amat quae custodit ortum") e le Sue effigi erano spesso poste a tutela degli stessi in quanto foriera del fiorire della natura, della riproduzione sia animale sia vegetale.
Notiamo tra l'altro che in età repubblicana fu accoppiata spesso con Marte nei lettisterni, colei che fa fiorire giardini e orti accoppiata a colui che li difende al confine. 
Da protettrice degli orti e dei giardini alla viticoltura e al vino il passo è, anche qui, breve.
Essa inoltre è Genitrice del Popolo Romano, in quanto Enea discende da Venere, insieme a Marte, Padre di Romolo.



Dea dell'amore quindi ma come forza universale che attrae, l'Amore infatti è anche uno dei tre aspetti della Shakti, insieme a Verità e Forza, in quanto è la potenza irresistibile che attrae anche gli atomi e li avvicina fra loro.




Venere, epistola di Othea, Cristina da Pizzano (1360-1430)


Ma anche della Civiltà, in alcuni miti probabilmente di origine sabina, riportati da Ovidio vediamo come insegnò agli uomini ad essere più civili, ad amare le proprie compagne e rispettarle (torniamo al senso di Amore più ampio) e a coltivare.
"... diede la loro origine agli alberi e ai seminati, riunì insieme gli animi rozzi degli uomini e insegnò loro ad unirsi, ciscuno con la sua congeniale compagna"


Per questo alle Kalendae di Aprilis si celebrava, in Roma, Venere Verticordia (che apre i cuori).
Le donne si recavano al tempio della Dea, sottoponevano alla lavatio la Sua statua, purificandola e la addobbavano con rose. Si recavano poi nei bagni pubblici maschili dove nude si ricoprivano di mirti e offrivano denutatesi incenso a Fortuna Virile, ottenendo la concessione di nascondere agli uomini i propri difetti fisici.
Al termine della cerimonia bevevano infine una bevanda composta da latte con papavero macinato e miele.


Per tutto aprile le ricorrenze sono legate alla civilizzazione, al Solco e alle Dee.
Alle Nonae in fase crescente troviamo infatti le Megalesia, coi ludi in onore di Cibele, la Magna Mater, poiché la rigenerazione della vita materiale coincide con la manifestazione divina dal mondo spirituale, iperuranico, al nostro attraverso daemones e GeniiVengono celebrati nel loro natale anche i Dioscuri, Castor e Pollux, gemelli divini propizi anche all'Urbe (torniamo alla dualità dei fratelli, propria anche di Romolo e Remo).

Anche le feste dei Forcicidia alle Idi di aprile sono legate a Tellus, la madre-terra. In Luna Piena Iuppiter Victor; i Cerealia in fase calante alla triade sabina composta da Cerere, Libero e Libera e il 21 Aprile i Parilia col Natale di Roma e la Fondazione.
Fino ai già nominati Vinalia priora, sacri a Venere, e ai Robigalia del 25 aprile, anch'essi agresti, e all'esplosione tra aprile e maggio della natura coi Floralia nel quale la Figlia si ricongiunge con la Madre.

Aprile ribadisce quindi la vittoria degli Dèi e dell'Uomo, della Legge sulle barbarie, sull'oscurità e tramite il Solco ne delimita il confine.

Gianluca Vannucci



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