Dio antichissimo venerato anche in Etruria e nella Creta minoica era a Roma dotato di una Sua festa, appunto i Volcanalia, e un Flamine Volcanalis è La Divinità del fuoco, della forgiatura dei metalli e della distruzione. Non a caso le armi dei nemici sconfitti erano offerte a Vulcano e a Lua Mater.
Vulcano lungi dalla tarda e forzata identificazione col Dio demiurgo greco Ephaestus è il sole interno, il nucleo terrestre, il fuoco infero sempre attivo e dai Romani veniva rappresentato semplicemente come il Fuoco.
Successivamente divenne, tramite influenza greca, il costruttore delle armi divine, delle saette di Giove, dei gioielli delle Dee.
Sua sposa è Maia, la Prakrti potremmo dire secondo il Sanathana Dharma, la materia creatrice di Cosmi, ed è Padre di numerosi figli tra cui il mostro Caco che terrorizzava il Lazio, sconfitto da Ercole Invitto.
Nella mitostoria romana è inoltre illustre padre di un Re, infatti la regina Tanaquilla ordinò alla serva Ocresia di compiere i sacri riti presso l’altare dove era stato acceso il fuoco. Quando il fuoco si smorzò, dalle ceneri ne uscì un fallo. La regina conscia del prodigio, ordinò a Ocresia di sedersi vicino al fuoco per accogliere il seme. Da quel seme nacque Servio Tullio, sesto re di Roma.
Secondo Varrone l'etimologia di Vulcano era da legarsi al fulmine. Mentre secondo l'ipotesi di Dumezil che personalmente condivido Vulcano rappresenterebbe il terzo fuoco vedico, quello del sud, che difende da demoni e spiriti maligni durante un sacrificio e così doveva essere a Roma.
Durante i Volcanalia, presso il Volcanal fuori dal Pomerio proprio a confermare la natura difensiva del culto, si celebrava un sacrificio: piccoli pesci di colore rosso venivano offerti vivi nel fuoco, onde scongiurare gli incendi e le devastazioni, molto frequenti nel clima torrido agostano. La popolazione usava anche appendere i vestiti al sole.
Vulcano quindi essendo Dio del fuoco e padre dei roghi era invocato al fine di scongiurarli, infatti lungi dall'essere una Divinità puramente distruttiva (altrimenti non sarebbe un Dio ma qualcosa di diverso) era anche protettiva.
Vulcano, Sole Nero infero e nucleo terrestre fonde i metalli nel fuoco e ne rivela candore lucente che brilla nelle tenebre più profonde del mondo ctonio svelando che il Cielo si specchia negli Inferi, nel Mundus .
E così come rivela l'antico santuario di Preneste depone la scintilla vitale nel grembo cosmico di Fortuna Primigenia, generando Giove Fanciullo.
Gianluca Vannucci