Dopo le Faunalia Rustica, durante le quali si chiedeva a Faunus di essere propizio al bestiame e di vigilare sulla natura selvaggia affinché non danneggiasse quanto faticosamente guadagnato durante la stagione fertile; e dopo, quindi, la simbolica lotta tra i krampus e Saturnus sotto le vesti di San Nicola in tempi più moderni, la tendenza calante dell'anno si inverte nella seconda metà di dicembre, sfociando nei Saturnalia.
Un ciclo di festività della durata di una settimana, fortemente sentito e celebrato nella Tradizione religiosa romana e in tutto il mondo antico, come dimostrato anche dal notissimo testo del divino Macrobio, "I Saturnali", nel quale col pretesto del convivio si discute su disparati temi filosofici e religiosi tra personaggi illustri del passato romano-italico.
Un momento di stallo insomma, del resto la Settimana Sacra ha al suo interno il Solstizio, prima che la Ruota torni a girare. Il velo plumbeo del vecchio Re, rivelatosi in questi giorni, lascia intravedere il futuro dell'età dorata
Nel mito, Saturnus cercando rifugio e accompagnato dall'Abbondanza, giunge in Italia fuggendo dal Figlio irato Zeus (identificato con Iuppiter italico) all'epoca del regno di Ianus, il primordiale Dio degli Dèi.
Qui concede al Dio il dono di vedere passato e futuro e, diventato il secondo Re, agli uomini di Hesperia insegna l'agricoltura.
Ma raggiunto da Iuppiter, Saturnus è costretto ad occultarsi nei recessi del Latium, il centro d'Italia-Hesperia, della Saturnia Tellus.
Il Dio latente si risveglia ogni anno durante le Sue feste, i Saturnali appunto, tornando a regnare e riportando brevemente il mondo al ricordo dell'Età dell'Oro, il Suo regno, quando gli uomini erano in simbiosi con gli Dèi e la natura, non invecchiavano e non conoscevano preoccupazioni o lavoro, si nutrivano di ghiande e il miele stillava dai rami... e quando giungeva il loro momento, dopo lunghissimo tempo e senza accorgersene, se ne andavano nel sonno.
In memoria di questo tempo mitico e felice durante i Saturnali, che duravano dal 17 al 23 dicembre, i ruoli della società erano invertiti e i tabù infranti, come l'ordine cosmico, in attesa del ritorno all'età aurea e all'ordine. Per cui non si lavorava, i tribunali erano chiusi, era proibito iniziare guerre, i servi venivano serviti spesso anche dai proprio padroni in quanto la loro autorità verso di essi era momentaneamente sospesa e si banchettava incessantemente. Era inoltre l'unico periodo dell'anno in cui era concesso il gioco d'azzardo, tutt'ora infatti è tradizione giocare a tombola durante le festività natalizie.
I GIORNI DELLA SETTIMANA SACRA
17 dicembre - Saturnalia
Primo giorno dei Saturnalia e inizio delle celebrazioni. Gli schiavi sono temporaneamente liberati dall'autorità dei padroni e iniziano i banchetti, le feste e si gioca d'azzardo, il cui ricavato in parte veniva donato agli indigenti.
Il 17 dicembre corrisponde anche alla dedica del Templum Saturni nel Foro, avvenuta nel 497 a.e.v.. All'interno di esso era conservato l'aerarium di Stato, una bilancia per i pagamenti e la statua di Saturno, velata con in mano una falce, cava e riempita di olio.
La statua aveva le gambe legate con bende di lana, che venivano slegate solo in occasione dei Saturnali.
Come detto sopra Saturnus, Satres in etrusco, insegnò l'agricoltura, è un Dio legato ad essa, alla semina e alla concimazione, soprattutto ai semi, come è intuibile dall'etimologia da serere, seminare e dal falcetto che tiene in mano. Un Suo Daimon è Stercutus, associato al concime.
Un Dio che tramuta il letame in grano, il piombo in oro, la fine dell'anno in nuovo inizio, l'età oscura in età aurea. Dall'agricoltura all'ordine cosmico, un Signore del Karma che distribuisce a ognuno in base a ciò che ha seminato.
Saturno - Museo archeologico nazionale di Napoli - I sec. e.v. |
18 dicembre - Eponalia
Il secondo giorno di Saturnalia era dedicato alla celebrazione di Epona, importantissima Dea gallica ma presto venerata anche dai Romani, che conobbero il Suo culto nel nord della Penisola.
Dea dei cavalli, delle stalle, patrona della cavalleria ma anche Regina e guida delle anime, come Rigantona (Grande Regina) l'altro Suo nome lascia intendere, che accompagna il cavaliere nel suo viaggio intramondano. L'anima dei cavalieri e dei devoti tra i Mondi fino all' iniziazione ultima, che libera dall' oblio della generazione.
E anche guida del Sole intellettivo in queste fredde notti di riuros.
Il Suo ricordo si protrasse per tutto il Medioevo gallese sotto la figura di Rihannon.
Epona rilievo galloromano - Museo Archeologico Nazionale di Saint-Germain-en-Laye |
19 dicembre - Opalia
Festa di Ops, divina sposa di Saturnus e Dea dell'abbondanza.
Ad Opi furono dedicati due santuari, uno sul Campidoglio e l’altro nella Regia che si trovava nel Foro, dove c’era una cappella (Sacrarium Opis) in cui potevano entrare solo le Vestali e il Pontefice Massimo e dove, secondo la testimonianza di Festo, era custodito un particolare tipo di vaso che veniva utilizzato nei riti effettuati nel sacrario.
Il culto di Ops fu introdotto a Roma dal re sabino Tito Tazio in prima epoca monarchica.
Ops è la Divinità dell'abbondanza, protettrice del ricco raccolto. Essa infatti veniva associata nel culto al Dio Consus, protettore del grano immagazzinato nei silos sotterranei. Le festività legate a Ops, detta appunto Consiva cadono sempre quattro giorni dopo quelle di Consus (21 agosto e 15 dicembre).
20 dicembre - Sigillaria
Vigilia del Solstizio e Sigillaria, festa di origine pelasgica molto arcaica nella quale ci si scambiavano come doni figurine di cera o creta dette appunto sigilla.
Oltre ad esse si regalavano dadi, astragali e giocattoli ai bambini e si preparavano biscotti aspettando il Solstizio.
Il Pontefice Pretestato afferma, nei Saturnali di Macrobio, che i sigilla sarebbero ex voto in sostituzione di vittime sacrificali dei riti pelasgici o argivi.
I sigilla potevano avere fattezze di uomini comuni o di Divinità come Diana, Hercules, Victoria ma molto più spesso dei Lares Familiares. Numerosi negozietti temporanei adibiti alla vendita delle stesse sorgevano presso le vie durante l'epoca imperiale.
Sembra che proprio dalla tradizione dello scambio dei sigilla derivi il presepe.
21 dicembre - Divalia
La Notte del Solstizio, dedicata alla Dea del Silenzio, Angerona, che custodisce il Sole Bambino nella notte più buia dell'anno e che Lo aiuterà a rinascere dopo un travaglio di 3 lunghe notti grazie al silenzio e alla Meditazione. Essa guarisce dalle angosce, questi sono infatti gli angusti dies, i giorni angusti, stretti, poiché le ore di luce sono pochissime e ciò porta in noi depressione e sconforto ottenebrando nel dis-ordine animico il nostro Sole interiore. Come trae dalle tenebre il Sole esteriore fa si che anche il nostro, interiore, possa illuminare invitto la nostra Anima, purificandola e donandole intelletto e nuovo vigore.
Il 21 dicembre i pontefici si recavano al sacello Volupiae, vicino alla Porta Romanula, sul fronte settentrionale del Palatino, per un'offerta.
In questa cappella si trovava la statua della Dea, con bocca bendata e l'indice col gesto che impone il silenzio.
Durante i Divalia si offriva anche ad Hercules, il Figlio di Giove Padre, che ha più volte aiutato l'umanità a liberarsi dalle angosce, a elevarsi, a redimerla attraverso saggi consigli (offrire statuette al posto di uomini, teste d'aglio invece di quelle umane) e ad avvicinarsi così al Divino.
22 dicembre - Lari Permarini
23 dicembre - Larentalia
Settimo e ultimo giorno dei Saturnali nel quale veniva ricordata e celebrata Acca Larentia, nutrice di Romolo e Remo nella palude del Velabro.
Secondo la tradizione fu moglie del pastore Faustolo che trovò i due gemelli, e decise quindi di prendersene cura.
“quando l'acqua bassa lasciò in secco la cesta galleggiante nella quale erano stati abbandonati I Bambini, una Lupa assetata proveniente dai monti dei dintorni deviò la sua corsa in direzione del loro vagito e, accucciatasi, offrì loro il suo latte con una tale dolcezza che il pastore capo del gregge reale pare si chiamasse Faustolo la trovò intenta a leccare i due Neonati. Faustolo poi, tornato alle stalle, li diede alla moglie Larenzia affinché Li allevasse.”
Suoi figli erano anche i 12 Arvali, uno dei primi collegi sacerdotali romani, dediti al culto di Dia.
Akka in sanscrito significa "madre". Infatti fu identificata come Mater Larum(di Romolo e Remo appunto) e con la Dea sabina Larunda, non a caso in questi giorni si celebravano anche i Lari e i Larentalia erano officiati dal Flamen Quirinalis, il Flamine preposto al culto di Quirino (Romolo asceso a Nume).
Acca era infatti un'antichissima divinità della palude Velia, identificabile con la Lupa di Roma stessa.
Per il carattere di giorno di ricordo degli antenati era piuttosto tetro nonostante facesse parte dei Saturnalia, ma una volta compiuta una offerta di vino e incenso da parte del Flamine Quirinale sulla simbolica tomba di Acca, la giornata tornava propizia, si riprendevano le celebrazioni e si chiudevano i Saturnali.
Gianluca Vannucci
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