Le Ferie Sementive furono, presso i Romani e gli Italici, festività a carattere mobile per celebrare la fine della stagione della semina gli ultimi giorni di gennaio in una data di volta in volta fissata dal Collegio dei Pontefici, e successivamente stabilita in tre giorni dal 24 al 26 gennaio.
Il 24 era sacro alla Dea Tellus, Madre Terra e protettrice dei semi, il 25 invece si onorava Keres, Dea dell'agricoltura, della fertilità, della crescita e dei germogli.
Il terzo giorno il Flamen Cerealis, secondo alcune fonti anche i Fratres Arvales, effettuava un rito conclusivo con tutti gli Indigitamenta necessari offrendo abbondanti libagioni.
Durante il regno di Servio Tullio vennero chiamate Paganalia a causa del censimento dei pagi e poichè durante le Sementive ogni pagus, ovvero ogni vilaggio rurale, offriva libagioni al proprio Nume tutelare. Sebbene successivamente distinte e le Paganalie celebrate il giorno 28 del mese.
Ma la Dea più venerata nei pagi, stando a quanto dice Festo era Empanda, "paganarum Dea", a cui si offriva una particolare libagione di latte mischiato a mosto detta burranica.
L'etimologia di Empanda verrebbe da pandere, secondo gli antichi panem dare, assumendo quindi un significato molto simile a quello dell'epiteto gallico di Atesmerta, col quale si invocano Dee dell'abbondanza e del raccolto come Keres che in questo caso coinciderebbe con la Divinità propria di queste festività, un Suo epiteto.
Oppure da pandere, aprire, come indigitamenta si Keres pare fosse quello designato all'apertura delle spighe e per estensione forse divenne anche aprire le porte, ospitare.
Ma pando significa anche "curvo", la curva potrebbe essere un'anziana vecchina creando casualmente una curiosa sovrapposizione con la Giobia, fantoccio dalle fattezze di una anziana che tuttora in certi paesi del Nord Italia viene bruciato l'ultimo giovedì di gennaio simboleggiando un po' l'anno andato che si rinnova.
Erano giorni di festa e mercato, molto simili alle attuali sagre di paese per i vari patroni.
I buoi ed in genere gli animali adibiti ai lavori agresti venivano festeggiati e adornati con ghirlande, in modo molto simile alle Consualia.
E venivano, come ci dice Probo commentatore delle Georgiche, appesi agli alberi gli oscilla, particolari dischetti votivi in terracotta con teste o scenette in onore a Libero e celebrare così simpateticamente la potenza del seme che già fermenta sotto il terreno. Erano così chiamate poichè oscillavano al vento e venivano dagli abitanti presi responsi e vaticini sull'andamento dell'anno agricolo. Venivano poi addobbate case e templi di ghirlande in attesa della primavera.
Oscillum con maschere |
Molte di queste tradizioni si sono mantenute nei secoli e traslate il giorno della festa di Sant'Antonio Abate, mistico egiziano patrono degli animali e del fuoco, il 17 gennaio in cui si festeggiano gli animali e si preparano panini dolci nei paesini. Mentre in Inghilterra il 17 era Wassailing, la 12esima notte dopo l'Epifania. Il nome viene da una bevanda a base di succo di mela cotto con fette di agrumi e varie spezie. Durante questa notte il bestiame veniva asperso con la bevanda e anche gli alberi da frutto, con le famiglie radunatisi attorno ad un albero di melo pregandolo affinché possa fornire abbondante raccolto in modo simile ad un incanto che ricorda quello utilizzato dai nostri Antenati che appendevano le oscilla e i nastri agli alberi (probabilmente arbor felix, quindi da frutto).
Le Ferie Sementive quindi si incastrano e portano a termine un ciclo di giorni che, dopo il periodo dei Saturnalia e del Natale del Sole inizia con le 12 notti fino all'Epifania prosegue con altre 12 a Sant'Antonio (17 gennaio) e finisce proprio con le stesse Paganalia.
In Febbraio infatti inizierà poi il tempo dedicato alle purificazioni e all'attesa della primavera, vero inizio dell'anno.
Gianluca Vannucci