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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


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domenica 24 dicembre 2023

Asinaria: la Festa dei Folli


Durante il Medio Evo, precisamente tra il XII e il XVII secolo si svolgeva soprattutto in Francia e Italia ma anche in Spagna una insolita celebrazione: la Festa dei Folli.

Organizzata spesso dal clero si celebrava nei giorni dopo il Natale, ovvero il 26, 27 e 28 dicembre, che secondo il cristianesimo sono dedicati rispettivamente a Santo Stefano, Giovanni Evangelista e agli Innocenti che sarebbero stati sterminati da re Erode.

Infatti l'altro nome della stessa era festa degli Innocenti, ma vi si celebrava l'asino a bordo del quale la Sacra Famiglia sarebbe fuggita in Egitto e, per omonimia come spesso accade nei culti, lo stesso col quale Cristo sarebbe entrato trionfalmente in Gerusalemme.

Ingresso a Gerusalemme, Giotto, Cappella degli Scrovegni

Quasi sicuramente (a mio parere) derivate dai Saturnali, durante questi giorni si invertiva l'ordine sociale ed erano consentiti gli scherzi più pesanti.

un giovane chierico che riceveva il titolo di vescovo dei pazzi (Episcopus stultorum), in evidente analogia col Re dei Saturnali, occupava la sede episcopale rivestita con gli ornamenti papali e con questa formula dava inizio ai festeggiamenti  


<< Lux  hodie

lux laetitiae

me judice tristis quisquis erit

removendus erit solemnibus istis

sint hodie procul invidiae

procul omnia maesta

laeta volunt quicumquae colunt

Asinaria Festa >>


<<…luce di oggi,

luce di letizia,

io stabilisco che tutto ciò che è triste

sia allontanato da qui.

Stia oggi lontana l’invidia,

lontana ogni cosa mesta,

vuole solo cose liete chi partecipa

all ‘ asinaria festa>>



I sacerdoti quindi erano i primi mascherati e con essi il popolo festante. I vescovi (evidentemente il potere dell'epoca come nei Saturnali erano i padroni coi servi) divenivano fanciulli e i fanciulli vescovi.

Questi prelati mascherati danzavano e cantavano così canti osceni, mangiavano salsicce sull'altare, giocavano a carte e dadi e bruciavano vecchi indumenti negli incensieri. L'omelia celebrata dal vescovo dei pazzi terminava con un raglio d'asino, ripetuto da tutti i presenti.



I giovani che venivano sorpresi a letto il giorno degli Innocenti, il 28 dicembre, ricevevano sulla schiena alcuni schiaffi. In varie città, i canonici, gli ecclesiastici e talvolta i secolari venivano, al mattino tirati giù dal letto letto nudi guidati tra le strade, nelle chiese sull'altare, dove vevivano annaffiati.


Non si sa molto altro sulla festa eccetto le condanne che ben presto iniziarono ad essere pronunciate, la prima è del 1198 di Odon de Sully. 


La Festa degli Folli fu ufficialmente vietata dal Concilio di Basilea nel 1431 e nuovamente in un documento emanato dalla facoltà teologica dell'Università di Parigi nel 1444; seguirono numerosi decreti da parte di consigli provinciali. Il divieto ufficiale risale al 31 dicembre 1519, sebbene si siano verificati casi di festival di questo tipo che sono sopravvissuti in Francia fino al 1721 ad Amiens, e al 1719 a Bruxelles.


Ora, analizzando questa bizzarra ricorrenza gli echi dei Saturnali appaiono ovvi, ma allora perché non ce n'è traccia prima del XII secolo? A mio parere perché da dopo il X secolo il paganesimo, con le varie tradizioni Gentili cessa di essere praticato pubblicamente in sud e ovest Europa (gli ultimi Gentili pubblici sono convertiti a forza nel Peloponneso a fine 900 da Nikone Metanoita un missionario integralista fatto santo). Inizia quindi il culto sotterraneo, ciò che prima veniva pubblicamente festeggiato in forme cultuali pagane oppure nelle case private assume, integrandosi nella religione pubblica, quella cattolica, valore ufficiale, tant'è che spesso è il clero locale stesso a indirla e promuoverla.


Altri collegamenti si ravvisano con i vari carnevali romani tradizionali, ad esempio anche Quirinalia, ricorrenza dedicata a Quirinus il 17 febbraio in pieno periodo purificatorio/carnevalesco, era chiamata festa degli stolti in riferimento all'ultimo giorno per tostare il farro, se ce ne fossimo scordati precedentemente nei giorni prescritti dalla nostra curia e quindi espiando torrefacendo il farro durante il rito a Quirino.


Anche la simbologia del festeggiato ufficiale di questa celebrazione è importante, l'asino infatti oltre all'aspetto ilare è nella Tradizione Italico-Romana e anche in quella Ellenica e in quella Gnostica sacro a Priapo, principiatore della vita e della fertilità encosmica, che riprende lentamente dopo il Solstizio invernale a germinare, coadiuvata anche dal Sole ri-nato. Quindi simbolo della virilità e della forza generativa maschile e quindi dell'Anno nuovo. 

In un mito il raglio dell'asino sveglia la Ninfa Lotide, Amadriade della pianta del loto, impedendo a Priapo di avere rapporto con Lei.

Inoltre il verso dell'asino, che chiudeva le messe e i riti celebrati durante questa Festa dei Folli è onomatopeicamente reso con "Iò", lo stesso augurio dei Saturnalia romani.


statua votiva di Priapus


Da ricordare che si tenevano in Grecia le Dionisia Rurali nel mese di Poseidon (dicembre) alle quali nelle campagne di prendeva parte con procession falliche, danze e scherzi, e le Lenee ovvero Dionisia urbane nel mese di Gamelion (gennaio) con tanto di spettacoli teatrali e banchetti. Si celebrava Dioniso in particolare ma anche Priapo attraverso le Falloforie tipiche delle Dionisia Rurali dicembrine. Dopotutto il Fanciullo dalla doppia porta è anche custode dell'anno e dei suoi due accessi solstiziali, come Ianus.

Proprio Liber Pater infatti entrò trionfalmente in Egitto a bordo della Sua cavalcatura, l'asino, accompagnato dal tutore nonché padre putativo Sileno, da satiri e da baccanti, sconfigge i Titani, che avevano cacciato re Ammone (Amon Il Dio cosmico "invisibile", il Cosmo stesso: Pan) dal Suo trono e a Lui lo restituisce. 

In questo periodo dell'anno quindi si ricorda la lotta contro i Titani, le forze della Natura, che prendono il sopravvento in inverno e che verranno definitivamente domati al ritorno della primavera e dell' Ordine dopo il Caos, che tuttavia è necessario per il ritorno della Luce, quindi torna l'atmosfera scherzosa, senza regole momentaneamente come durante i giocosi Saturnali italici. 


Il parallelismo con la Sacra Famiglia in Egitto, o anche con la trionfale entrata di Cristo in Gerusalemme è evidente.


Dioniso cavalca l'asino 


 

Un altro simbolismo esoterico di questa celebrazione medievale riguarda la Tradizione egiziana, l'asino infatti veniva associato a Seth, fautore della momentanea oscurità e caos causato dallo smembramento di Osiris, che tornerà a ristabilire l'Ordine cosmico.


Seth


Questa festa ha lasciato echi in certi paesi come ad esempio Putignano in Puglia, dove il Carnevale inizia il 26 dicembre, oppure in Spagna dove il giorno dei santi innocenti (28 dicembre) è ricorrenza molto sentita il fare scherzi (con tacito permesso) durante tutta la giornata.


Un altro eco della Tradizione in quello stranissimo e in realtà semisconisciuto periodo che fu il Medio Evo. 



Gianluca Vannucci



domenica 13 dicembre 2020

Saturnalia, la Settimana Sacra


Dopo le Faunalia Rustica, durante le quali si chiedeva a Faunus di essere propizio al bestiame e di vigilare sulla natura selvaggia affinché non danneggiasse quanto faticosamente guadagnato durante la stagione fertile; e dopo, quindi, la simbolica lotta tra i krampus e Saturnus sotto le vesti di San Nicola in tempi più moderni, la tendenza calante dell'anno si inverte nella seconda metà di dicembre, sfociando nei Saturnalia. 

Un ciclo di festività della durata di una settimana, fortemente sentito e celebrato nella Tradizione religiosa romana e in tutto il mondo antico, come dimostrato anche dal notissimo testo del divino Macrobio, "I Saturnali", nel quale col pretesto del convivio si discute su disparati temi filosofici e religiosi tra personaggi illustri del passato romano-italico.

Un momento di stallo insomma, del resto la Settimana Sacra ha al suo interno il Solstizio, prima che la Ruota torni a girare. Il velo plumbeo del vecchio Re, rivelatosi in questi giorni, lascia intravedere il futuro dell'età dorata

Nel mito, Saturnus cercando rifugio e accompagnato dall'Abbondanza, giunge in Italia fuggendo dal Figlio irato Zeus (identificato con Iuppiter italico) all'epoca del regno di Ianus, il primordiale Dio degli Dèi.

Qui concede al Dio il dono di vedere passato e futuro e, diventato il secondo Re, agli uomini di Hesperia insegna l'agricoltura.

Ma raggiunto da Iuppiter, Saturnus è costretto ad occultarsi nei recessi del Latium, il centro d'Italia-Hesperia, della Saturnia Tellus.

Il Dio latente si risveglia ogni anno durante le Sue feste, i Saturnali appunto, tornando a regnare e riportando brevemente il mondo al ricordo dell'Età dell'Oro, il Suo regno, quando gli uomini erano in simbiosi con gli Dèi e la natura, non invecchiavano e non conoscevano preoccupazioni o lavoro, si nutrivano di ghiande e il miele stillava dai rami... e quando giungeva il loro momento, dopo lunghissimo tempo e senza accorgersene, se ne andavano nel sonno.

In memoria di questo tempo mitico e felice durante i Saturnali, che duravano dal 17 al 23 dicembre, i ruoli della società erano invertiti e i tabù infranti, come l'ordine cosmico, in attesa del ritorno all'età aurea e all'ordine. Per cui non si lavorava, i tribunali erano chiusi, era proibito iniziare guerre, i servi venivano serviti spesso anche dai proprio padroni in quanto la loro autorità verso di essi era momentaneamente sospesa e si banchettava incessantemente. Era inoltre l'unico periodo dell'anno in cui era concesso il gioco d'azzardo, tutt'ora infatti è tradizione giocare a tombola durante le festività natalizie.

I GIORNI DELLA SETTIMANA SACRA

17 dicembre - Saturnalia

Primo giorno dei Saturnalia e inizio delle celebrazioni. Gli schiavi sono temporaneamente liberati dall'autorità dei padroni e iniziano i banchetti, le feste e si gioca d'azzardo, il cui ricavato in parte veniva donato agli indigenti.

Il 17 dicembre corrisponde anche alla dedica del Templum Saturni nel Foro, avvenuta nel 497 a.e.v.. All'interno di esso era conservato l'aerarium di Stato, una bilancia per i pagamenti e la statua di Saturno, velata con in mano una falce, cava e riempita di olio.

La statua aveva le gambe legate con bende di lana, che venivano slegate solo in occasione dei Saturnali.

Come detto sopra Saturnus, Satres in etrusco, insegnò l'agricoltura, è un Dio legato ad essa, alla semina e alla concimazione, soprattutto ai semi, come è intuibile dall'etimologia da serere, seminare e dal falcetto che tiene in mano. Un Suo Daimon è Stercutus, associato al concime.

Un Dio che tramuta il letame in grano, il piombo in oro, la fine dell'anno in nuovo inizio, l'età oscura in età aurea. Dall'agricoltura all'ordine cosmico, un Signore del Karma che distribuisce a ognuno in base a ciò che ha seminato.


Saturno - Museo archeologico nazionale di Napoli - I sec. e.v.

18 dicembre - Eponalia

Il secondo giorno di Saturnalia era dedicato alla celebrazione di Epona, importantissima Dea gallica ma presto venerata anche dai Romani, che conobbero il Suo culto nel nord della Penisola.

Dea dei cavalli, delle stalle, patrona della cavalleria  ma anche Regina e guida delle anime, come Rigantona (Grande Regina) l'altro Suo nome lascia intendere, che accompagna il cavaliere nel suo viaggio intramondano. L'anima dei cavalieri e dei devoti tra i Mondi fino all' iniziazione ultima, che libera dall' oblio della generazione.

E anche guida del Sole intellettivo in queste fredde notti di riuros.

Il Suo ricordo si protrasse per tutto il Medioevo gallese sotto la figura di Rihannon.

Epona rilievo galloromano - Museo Archeologico Nazionale di Saint-Germain-en-Laye


19 dicembre - Opalia

Festa di Ops, divina sposa di Saturnus e Dea dell'abbondanza. 

Ad Opi furono dedicati due santuari, uno sul Campidoglio e l’altro nella Regia che si trovava nel Foro, dove c’era una cappella (Sacrarium Opis) in cui potevano entrare solo le Vestali e il Pontefice Massimo e dove, secondo la testimonianza di Festo, era custodito un particolare tipo di vaso che veniva utilizzato nei riti effettuati nel sacrario.

Il culto di Ops fu introdotto a Roma dal re sabino Tito Tazio in prima epoca monarchica.

Ops è la Divinità dell'abbondanza, protettrice del ricco raccolto.                                          Essa infatti veniva associata nel culto al Dio Consus, protettore del grano immagazzinato nei silos sotterranei. Le festività legate a Ops, detta appunto Consiva cadono sempre quattro giorni dopo quelle di Consus (21 agosto e 15 dicembre).


20 dicembre - Sigillaria

Vigilia del Solstizio e Sigillaria, festa di origine pelasgica molto arcaica nella quale ci si scambiavano come doni figurine di cera o creta dette appunto sigilla.

Oltre ad esse si regalavano dadi, astragali e giocattoli ai bambini e si preparavano biscotti aspettando il Solstizio.

Il Pontefice Pretestato afferma, nei Saturnali di Macrobio, che i sigilla sarebbero ex voto in sostituzione di vittime sacrificali dei riti pelasgici o argivi.

I sigilla potevano avere fattezze di uomini comuni o di Divinità come Diana, Hercules, Victoria ma molto più spesso dei Lares Familiares. Numerosi negozietti temporanei adibiti alla vendita delle stesse sorgevano presso le vie durante l'epoca imperiale.

Sembra che proprio dalla tradizione dello scambio dei sigilla derivi il presepe.



21 dicembre - Divalia

La Notte del Solstizio, dedicata alla Dea del Silenzio, Angerona, che custodisce il Sole Bambino nella notte più buia dell'anno e che Lo aiuterà a rinascere dopo un travaglio di 3 lunghe notti grazie al silenzio e alla Meditazione. Essa guarisce dalle angosce, questi sono infatti gli angusti dies, i giorni angusti, stretti, poiché le ore di luce sono pochissime e ciò porta in noi depressione e sconforto ottenebrando nel dis-ordine animico il nostro Sole interiore. Come trae dalle tenebre il Sole esteriore fa si che anche il nostro, interiore, possa illuminare invitto la nostra Anima, purificandola e donandole intelletto e nuovo vigore.

Il 21 dicembre i pontefici si recavano al sacello Volupiae, vicino alla Porta Romanula, sul fronte settentrionale del Palatino, per un'offerta.

In questa cappella si trovava la statua della Dea, con bocca bendata e l'indice col gesto che impone il silenzio.

Durante i Divalia si offriva anche ad Hercules, il Figlio di Giove Padre, che ha più volte aiutato l'umanità a liberarsi dalle angosce, a elevarsi, a redimerla attraverso saggi consigli (offrire statuette al posto di uomini, teste d'aglio invece di quelle umane) e ad avvicinarsi così al Divino.



22 dicembre - Lari Permarini

Sesto giorno di Saturnali e anniversario della dedica del tempio dei Lari Permarini.
Essi erano i Lares predisposti alla protezione della navigazione e venivano posti in un larario sulla prora delle navi romane.

Secondo i Fasti Prenestini il tempio dei Lari Permarini si trovava presso la Porticus Minucia.

23 dicembre - Larentalia

Settimo e ultimo giorno dei Saturnali nel quale veniva ricordata e celebrata Acca Larentia, nutrice di Romolo e Remo nella palude del Velabro.

Secondo la tradizione fu moglie del pastore Faustolo che trovò i due gemelli, e decise quindi di prendersene cura.

“quando l'acqua bassa lasciò in secco la cesta galleggiante nella quale erano stati abbandonati I Bambini, una Lupa assetata proveniente dai monti dei dintorni deviò la sua corsa in direzione del loro vagito e, accucciatasi, offrì loro il suo latte con una tale dolcezza che il pastore capo del gregge reale pare si chiamasse Faustolo la trovò intenta a leccare i due Neonati. Faustolo poi, tornato alle stalle, li diede alla moglie Larenzia affinché Li allevasse.”

Suoi figli erano anche i 12 Arvali, uno dei primi collegi sacerdotali romani, dediti al culto di Dia.

Akka in sanscrito significa "madre". Infatti fu identificata come Mater Larum(di Romolo e Remo appunto) e con la Dea sabina Larunda, non a caso in questi giorni si celebravano anche i Lari e i Larentalia erano officiati dal Flamen Quirinalis, il Flamine preposto al culto di Quirino (Romolo asceso a Nume).

Acca era infatti un'antichissima divinità della palude Velia, identificabile con la Lupa di Roma stessa.

Per il carattere di giorno di ricordo degli antenati era piuttosto tetro nonostante facesse parte dei Saturnalia, ma una volta compiuta una offerta di vino e incenso da parte del Flamine Quirinale sulla simbolica tomba di Acca, la giornata tornava propizia, si riprendevano le celebrazioni e si chiudevano i Saturnali.



Gianluca Vannucci






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