Van Loo, Charles Andrè - Enea salva il padre dall'incendio di Troia - 1729 |
30 anni dopo Ascanio decide di fondare una nuova città, Alba Longa, sulla quale i suoi discendenti regnarono diversi secoli fino ad arrivare all'epoca di Numitore (VIII secolo a.e.v.)
che venne spodestato dal fratello, Amulio, che costrinse Rea Silvia, figlia di Numitore a consacrarsi Vestale facendo quindi voto di castità.
"Ma la violenza potè più della volontà del padre o dell'età maggiore del primogenito.
Dopo aver estromesso il fratello, Amulio inizia il suo regno. Commise un crimine dietro l'altro. I figli maschi del fratello furono uccisi" (Tito Livio, Ab Urbe Condita).
Tuttavia il Dio Marte si invaghì di Rea e dopo averla posseduta in un bosco sacro la rese madre dei gemelli fatali: Romolo e Remo.
Amulio, saputo ciò ordina che Rea Silvia sia messa a morte, come prevedeva la legge per le vestali non caste, e l'annegamento dei bambini.
Il sicario incaricato ebbe un attimo di esitazione e i gemelli furono abbandonati in una cesta sulla riva del Tevere.
La cesta si incagliò nella palude del Velabro alle pendici del Palatino sotto un fico (ruminale) vicino alla grotta Lupercale.
Peter Paul Rubens - Romolo e Remo - 1616 |
Vennero qui accuditi da una Lupa e un Picchio fino al loro ritrovamento da parte di Faustolo, un pastore che insieme alla moglie Acca Larentia, decise di crescerli come suoi figli.
Una volta adulti, Romolo e Remo uccisero Amulio e rimisero sul trono cittadino Numitore ottenendo il permesso dal nonno di fondare una nuova città dove erano cresciuti.
"Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo, toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare, interrogati mediante aruspici, chi avrebbe dato il nome alla città e chi vi avrebbe regnato. Per interpretare i segni augurali, Romolo scelse il Palatino e Remo l'Aventino. Il primo presagio, sei avvoltoi, si dice toccò a Remo. Dal momento che a Romolo ne erano apparsi dodici quando ormai il presagio era stato annunciato, i rispettivi gruppi avevano proclamato re entrambi. Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo, gli altri in base al numero degli uccelli visti. Ne nacque una discussione e dallo scontro a parole si passò al sangue: Remo, per prendere in giro il fratello, avrebbe scavalcato le mura appena erette e quindi Romolo, al colmo dell'ira, l'avrebbe ucciso aggiungendo queste parole di sfida: «Così, d'ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura». In questo modo Romolo s'impossessò del potere e la città prese il nome del suo fondatore."
La data di fondazione risulta il 21 aprile dell'anno 753 a.e.v. e le recenti scoperte, come quella del Lapis Niger da parte di Giacomo Boni, e la recentissima (21 febbraio 2020) del cosiddetto "sepolcro di Romolo" confermano la leggenda, come volevasi dimostrare.
essersi rifugiato col gregge in templi per sfuggire il maltempo;
aver turbato laghi e fonti cogli zoccoli degli animali.
Visto esseri divini (Fauno, Diana, ninfe ed ogni altro nume dei luoghi selvaggi anche ignoto) obbligandolo con ciò a fuggire." (Ovidio, Fasti, IV, 746-776.)
Dopodiché si lavava le mani, beveva latte e sapa e doveva saltare tre volte le stoppie incendiate.
La sera si svolgevano inoltre salti fra i fuochi a cui oltre i pastori anche il popolo intero e, in epoca arcaica, i Rex partecipavano come lustrazione.
I rituali dei Palilia, soprattutto quelli agresti, denotano una certa similitudine con la festività gallica di Belotepnia, solitamente celebrata il 1 maggio e tuttora diffusa nelle isole britanniche e non solo.