Plutarco nella sua opera "Vita di Numa" riporta un episodio:
"Quando si sparse la voce che i nemici stavano arrivando, i Romani accorsero presso il re, chiedendogli di comandare loro e difendere la città.
Ma egli non interruppe il sacrificio, né si mosse in fretta o con turbamento, ma con grande calma e compostezza, come se fosse ispirato da una qualche potenza divina, rivolto ai messaggeri disse:
Ego autem sacrifico “E io sacrifico.”
E una volta terminato il rito, ordinò di sospendere ogni preparativo di guerra, di gettare via le armi e di adorare Gli Dèi con sacrifici e preghiere.
Si narra che i nemici, vedendo il popolo tutto occupato in cerimonie sacre e atti di pietà, rinunciarono all'attacco, ritenendo che una città così protetta dalle sue divinità fosse invincibile."
Plutarco, Vita di Numa, capitolo XIII
Ora come possiamo interpretare l'atteggiamento e le parole di Re Numa, ricordiamo l'uomo più vicino aGli Dèi?
Nella situazione di degenerazione attuale e con l'attacco continuo sia fisico che animico al quale siamo sottoposti possiamo solo lavorare su noi stessi e riconnetterci al Mos Maiorum, allo Ius al Dharma.
Quindi offrite secondo Pietas e riconnettetevi aGli Dèi e ai vostri antenati, fare un percorso spirituale sano e pur "stando nel mondo siate di un altro mondo". Coltivatevi spiritualmente e non potranno farvi niente.
Lux Iani
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