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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


sabato 10 settembre 2022

La dinastia malatestiana

 




Elephas indus culices non timet”, l'elefante indiano non teme le zanzare, questo il motto della stirpe che nasce con Malatesta I Malatesta, condottiero nato a Pennabilli nel 1183 e fedele feudatario dell'imperatore Federico II. Divenne podestà della città di Rimini nel 1239 per la prima volta.

Ma l'esponente che creò la Signoria vera e propria dei Malatesta fu Malatesta da Verucchio che, fervido ghibellino, alla morte di Federico II e quindi col progressivo avanzare dei sostenitori papalini si dichiarò apparentemente guelfo e proclamò Signore di Rimini nel 1295.

Apparentemente perchè a differenza di altri guelfi la sua signoria fu abbastanza autonoma e in un certo qual modo atipica per un feudatario dello Stato della Chiesa.

La sua dinastia infatti entrò spesso in contrasto coi legati pontifici come nel caso di Pandolfo I nel 1317. Fu in questo periodo e soprattutto con Malatesta III detto “Guastafamiglia”, signore di Rimini dal 1299 al 1364 e figlio di Pandolfo I che nacque la storica rivalità coi Montefeltro, sempre in cerca di un posto al sole come alleati papalini prediletti.

Alleatosi con gli Estensi infatti sconfisse i pontifici ottenento riconoscimento imperiale nel 1347 e rientrò in Rimini e come capitano di ventura strinse alleanza anche con Firenze. Nel 1355 fu scomunicato anche se successivamente il fratello Galeotto I, che aveva condiviso con lui le battaglie fu nominato servitore della chiesa quale abile condottiero con l'intenzione di subordinare la signoria, ormai in rapida ascesa, all'autorità papale.

Carlo I Malatesta arrivò addirittura a divenire rettore vicario della Provincia Romandiolae per concessione di papa Urbano VI.

Tra alterne fortune, alti e bassi la Signoria durò per 3 secoli circa ma il più importante esponente di essa e signore della città fu sicuramente Sigismondo Pandolfo Malatesta figlio di Pandolfo III signore di Fano. [continua...]


Gianluca Vannucci

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