Chi siamo:

Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


mercoledì 24 febbraio 2021

Terminalia

Consacrazione dell'erma - Fyodor Bronnikov, 1874


 Il 23° giorno di febbraio si celebravano le Terminalia.

Arcaica festività istituita da Numa Pompilio, secondo la Tradizione romana, era una ricorrenza nella quale si celebrava Terminus, Dio dei confini.

Numa infatti, dopo aver stabilito i confini tra i poderi dei Patrizi, li consacrò a Iuppiter Terminalis e stabilì che ogni anno il 23 febbraio si celebrassero le Terminalia, dichiarò che il Dio Termine vegliava sulla conservazione dei limiti e dei confini, e dopo aver distribuito la terra al popolo fissandone i confini, fece edificare un tempio dedicato al Dio sul colle della Rupe Tarpea.

 Il giorno fu scelto perchè era anche l'ultimo del calendario di Numa prima del mese di Martius e chiudeva sacralmente il microcosmo annuale.

In questa giornata i proprietari degli arva confinanti si incontravano all'erma di confine e offrivano farro, incenso e vino al Dio incoronando la statua con una ghirlanda di fiori.

La celebrazione pubblica avveniva al VI miglio della via Laurentina, che portava al Laurentum, poichè questo rappresentava il limite originario dell'estensione dell'Urbe.

"quando la notte è passata che siano celebrati gli onori al Dio che separa e delimita i campi. Termine, che tu sia pietra o sia tronco infisso nel campo fin dalle origini hai potere divino".

Ovidio, Fasti, II

Quando, sulla cima del Campidoglio, le Divinità lì presenti furono exaugurate per far spazio al tempio di Iuppiter Optimus Maximus, si ritirarono tutte senza opporre resistenza tranne Iuventas e Terminus. Fu ritenuto dagli auguri un auspicio riguardo l'eterna giovinezza e la stabilità dei confini di Roma e furono riservati due sacelli dedicati a queste Divinità all'interno del tempio.

In un periodo oscuro e barbaro come questo, in cui qualsiasi identità e confine viene messo in discussione, ricordiamo come i Confini, sia della Patria, che della Civiltà, che della Tradizione, fossero sacri ai nostri Antenati e come Essi siano morti per essi.


Gianluca Vannucci





 

Nessun commento:

Post in evidenza

La Roma Celeste

Roma non è morta, Essa non è una città. Un empio tiranno che ha spento il Fuoco non significa nulla. Roma è una I-Dea, Roma-Amor . La Roma ...

Post più popolari