Secondo mese aggiunto da Numa Pompilio al calendario arcaico romuleo, deve il suo nome al verbo februare.
Essendo infatti un mese di transizione verso la primavera, dove la luce si fa sempre più forte ma il clima è ancora gelido i germi all'interno del nostro organismo, aumentati nei mesi passati dentro casa, iniziano a portarci febbri e le forze caotiche tentano un ultimo assalto all'Ordine cosmico.
Per questo motivo Februarius è un mese dedicato alle purificazioni, soprattutto del nostro corpo, dalle scorie e dai germi invernali in attesa del nuovo inizio dell'anno liturgico e produttivo.
Alle Kalendae Februarius i Romani offrivano ad un particolare aspetto di Iuno, Iuno Sospita, "salvatrice". Il culto fu ufficialmente importato in Roma da Lanuvio, città di Enea, nel 338 a.e.v., quando ai lanuvini fu concessa la piena cittadinanza romana.
L'aspetto di questa Iuno è particolare e differente in quanto è raffigurata indossare una pelle di capra, brandendo una lancia e accompagnata da un serpente. Questo, unito all'epiteto Sospita, in quanto è anche Februa, ovvero Colei che causa le febbri, che non sono negative in quanto difesa del nostro organismo nei confronti degli agenti patogeni in particolare quelli causanti la malaria, molto diffusa nel Lazio fino agli inizi del '900.
Giunone Sospita |
In ambito galloromano avvenivano rituali di purificazione notturni, mediante l'utilizzo di acqua calda con erbe e oli essenziali disciolti mentre si accendevano candele in onore della Dea del fuoco e della luce Belisama.
Rituali che sopravvissero al cristianesimo, che cercò di assimilarli neanche troppo velatamente legandoli ad una presunta santa Febronia.
Intorno alle Idi si svolgeva l'antichissimo rituale di fertilità dei Lupercalia (già approfondito nel precedente articolo) in cui il collegio dei Luperci ridendo colpiva le donne astanti girando furiosamente intorno al Palatino con delle fruste di pelli di capro al fine di propiziarne la fecondità. Rito che perdurò nonostante i decreti teodosiani, spingendo papa Gelasio nel 494 a lamentarsi in una lettera della connivenza dei Senatori romani nei confronti della celebrazione.
Dal giorno 13° al 21° erano i Parentalia, giorni in cui i confini tra i mondi si fanno sempre più labili e per questo anche i nostri Mani, i defunti buoni vengono a trovarci. Per questo motivo erano giorni a Loro dedicati, si preparavano banchetti nei dintorni delle tombe e talvolta ci si mascherava dando un senso catartico con schemi che possiamo trovare tutt'ora in Serbia e Bulgaria coi Kuker ma anche nel nostro carnevale, dove senza scomodare il noto Hellequin la maschera veneziana più comune è detta "larva".
larva, tipica maschera veneziana |
Il 22° giorno si celebravano i Caristia, una festa privata e familiare nella quale si pranzava insieme e si offrivano cibarie ai Lari Familiari e al Genio protettore della casa mentre il 23° concludeva Febbraio coi Terminalia, celebrazione dedicata a Terminus, Dio dei confini sacri dello Stato ma anche dell'Anno, conclusosi.
Gianluca Vannucci
1 commento:
Esauriente ed interessante come sempre, caro Gianluca, si denota quanto ti appassionano gli argomenti trattati e quanto puoi insegnare a coloro che non li sanno.
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