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Questo sito tratta in maggior parte del Culto Tradizionale Romano.

Spesso si sente definire la Tradizione: “vecchio culto”, oppure “antica religione”,

il nome di questo spazio tende a sottolineare che il Culto degli Dèi, essendo Essi per definizione “Eterni, Impassibili e Immutabili” non può che essere tale.

Il Fuoco è quello interno in ognuno di noi, il Fuoco di Vesta, ma non solo quello fisico, il ponte cioè che permise a Roma di divenire un vero e proprio Santuario a cielo aperto, spento dal tiranno Teodosio nel 391, è soprattutto la nostra anima.

“Il Fuoco Eterno” si prefigge non solo di raccontare e divulgare la Tradizione dei Padri, ma anche la storia dei nostri Popoli e della nostra Nazione.


domenica 3 gennaio 2021

Ianuarius


Ianuarius è il primo dei due mesi introdotti da Re Numa nella riforma del calendario romuleo, che era composto solamente da 10 mesi.

Il mese è ovviamente consacrato a Ianus, Dio degli Dèi e degli Inizi, custode delle Porte e dei passaggi ma anche, nella mitostoria romana, primo sovrano del Lazio e Colui che istituì il romano ritu. Patrono del culto originario del vischio, del farro, del miele e dell'idromele, bevanda rituale arcaica prima del vino. Non a caso è il primo Dio invocato in qualsiasi rito romano.


Busto raffigurante Giano, Musei Vaticani

Prima della riforma di Numa l'anno iniziava in Martius, che rimase come inizio dell'anno liturgico e militare. Mentre le Calende di Ianuarius assunsero sempre più la funzione di capodanno civile e, a partire dal 153 a.e.v. col Console Quinto Fulvio Nobiliore, si stabilì che la nomina dei consoli e il rinnovo di ogni magistratura avvenisse il 1 gennaio.

Se dunque nel nostro microcosmo Gennaio rappresenta l'inizio dell'Anno, nel macrocosmo corrisponde idealmente all'inizio del Cosmo, alla creazione del sensibile. 

Analizzando le festività del calendario romano di questo mese la cosa è ancor più evidente:

alle Kalendae troviamo la festa di Ianus Consivius, ovvero nell'aspetto di seminatore, creatore del genere umano e come ogni Calenda è sacra anche a Iuno.

Inoltre venivano onorati anche Aesculapius, altissimo Dio medico guaritore, con processione dei serpenti a Lui sacri, e Vediovis, il Giove Fanciullo.

Vi è poi la celebrazione, mobile, dei Compitalia, dedicata ai Lares Compitales onorati presso gli incroci (soprattutto i trivi, dove tutt'ora si trovano Larari con madonnine), i nostri Antenati primordiali e valenti, che fondarono e difesero la nostra Terra millenni e secoli orsono, ormai al riposo nelle Isole Beate.

Mentre alle None si ricordava Vica Pota, l'arcaica Victoria romana.

L'undicesimo giorno era sacro a Iuturna, antica compagna di Ianus e Dea delle sorgenti e qui notiamo farsi sempre più forte il simbolismo: le sorgenti, che scaturiscono, possono essere anche le acque del travaglio o la fonte primigenea della Creazione; non a caso 2 giorni prima delle Idi troviamo Carmenta, nel Suo Aspetto di Antevorta che significa che vede davanti quindi al futuro e due giorni dopo le Idi nel Suo aspetto di Postvorta, al passato. Carmenta È una Camena, una classe di Dee che si manifestano attraverso la Parola, il canto, la mantica e gli incantamenti. Si deve a Carmenta la nascita dell'alfabeto, della lingua latina e soprattutto del carmen, il canto sacro, il Suo nome viene proprio da questo. Ma come tutte le Camene, protettrice anche delle puerpere e legata ai parti, poiché con la creazione nasce dalla vibrazione sonora.

Fu sempre una Camena, Egeria, che suggerì a Numa le sue riforme religiose., e diversi poeti romani tra cui Quinto Ennio, si dichiaravano ispirati da Loro.


Numa Pompilio riceve dalla Ninfa Egeria le Leggi di Roma - Felice Giani, 1806

Le Idi invece, tra i due aspetti di Carmenta, sono sacre a Iuppiter Stator, che è sì Colui che invocato da Romolo fermò i romani dalla fuga durante la guerra contro i sabini ma anche, come insegna Seneca, che regge (statore) il Cosmo, con la Sua Legge.

Ecco che la creazione del sensibile è compiuta, il resto delle feste, in fase calante, sono a carattere agricolo. Troviamo infatti i Paganalia, feste legate ai vari pagi (i villaggi), e alle loro Divinità tutelari; e le Ferie Sementive, feste mobili che segnavano il termine della stagione della semina. Venivano onorate  Tellus e Keres, festeggiando i primi germogli, e, in ottica macrocosmica il germoglio del creato e, nel nostro intimo, di quanto abbiamo seminato.

Annum novum faustum felicem vobis!

Gianluca Vannucci

1 commento:

Unknown ha detto...

Come un novello narratore ti appresti a raccontare storie antiche, che non tutti conoscono e si sono perse nei meandri del tempo, a te riscoprire la storia, a te narrare con sempre più coinvolgimento, gli avi te ne saranno grati.

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