Inaugurando con questo articolo una rubrica, dedicata alla mia città natale, appunto Rimini chiedo il favore delLe Camene e delLe Muse.
Città purtroppo poco conosciuta nella sua vera essenza a causa degli ultimi decenni di impronta turistica meramente edonista piuttosto che culturale.
Essa fu infatti un importantissimo Municipium in epoca romana, città fondamentale per il Regno d'Italia ostrogoto e per l'Esarcato bizantino. Infine fu uno dei poli Rinascimentali, praticamente secondo solo a Firenze per importanza.
Ma venendo all'articolo, è communis opinio pensare che Ariminum fu fondata dai Romani, completamente falso.
La zona della città risulta infatti abitata fin dal paleolitico e in prima età del ferro sappiamo come si sia sviluppata nella regione, in particolar modo in Verucchio la civiltà villanoviana di cui abbiamo ampie prove archeologiche, custodite nel Museo della città.
Catone, in un frammento delle Origines, riferisce “Ercole e i suoi compagni da cui tiene il nome” come fondatori di Ariminum.
Storicamente sappiamo che il primo popolo ad abitare Ariminum fu quello degli Umbri, anche Strabone conferma Rimini colonia degli Umbri, stirpe antichissima e cuore d'Italia già secondo gli autori antichi e che, attraverso il Ver Sacrum hanno popolato poi tutta la nostra Nazione e probabilmente non solo.
Gli Umbri furono poi spodestati dall'espansione etrusca, che dilagò occupando tutta la regione, Plinio ci tramanda che occuparono addirittura 300 città, secondo Dionigi di Alicarnasso 5 secoli prima della Fondazione dell'Urbe, ovvero intorno al 1200 a.e.v.
L'esistenza di Arimno è confermata dal Lanzi, che lo attesta come Re in Toscana nel suo “Saggio di Lingua Etrusca” (T.III pag. 645).
Quel che è certo, e questo anche in epoca romana, è che il vero nome del fiume Marecchia fu Ariminus, di qui anche il nome della città come sostiene del resto anche Festo. [continua...]
Gianluca Vannucci
1 commento:
Articolo ben scritto e commentato, che rivela un attento studio della materia, continua perché sei sulla buona strada per fare una ricerca pregevole della materia trattata.
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