I Druidae erano la casta sacerdotale, la più alta presso i galli.
Si occupavano dei sacrifici e dei rituali pubblici, dell'interpretazione degli auspicia, e di conservare e trasmettere oralmente tutto il sapere tradizionale educando i giovani.
Prendevano inoltre parte alle assemblee tra tribù, molto importanti presso i galli, amministravano anche la giustizia e calcolavano il calendario lunare per le tribù similmente al Pontefice Massimo romano.
Purtroppo le fonti che abbiamo sono frammentarie, oltre a quelle dello storico greco Posidonio, di Strabone e altri la maggiore sicuramente è quella di Caius Iulius Caesar nel suo "De bello gallico", dove tratta delle abitudini e delle credenze dei celti e fa intendere come la casta sacerdotale druidica abbia notevole influenza all'interno della loro società. Erano infatti non solo sacerdoti ma anche, come detto, giudici e consiglieri del Rix.
La preparazione per diventare Druido durava ben 19 anni di studi e privazioni al termine dei quali avveniva l'iniziazione.
Avevano diversi privilegi tra i quali l'esonero al lavoro dei campi o del pagamento dei tributi.
Attraverso la meditazione riuscivano a vivere immersi nell'Oiw, ovvero la Forza del cosmo da cui dipartono le tre forme d'energia dharmiche: Amore, Forza e Conoscenza.
Ai druidi era legato l'aspetto della conoscenza ovviamente, nato dall'unione del principio maschile (Forza) e femminile (Amore) mentre ai guerrieri l'aspetto maschile e al popolo quello femminile produttivo.
La Shakti-Kundalini secondo gli indù, simboleggiata anche dal serpe.
Da qui possiamo comprendere meglio la credenza della metempsicosi gallica, ovvero che un'anima rivive attraverso diversi corpi, migliorandosi sempre più fino a che non "spezza" il ciclo e divenendo realmente vicino agli Dèi (il Torque era indossato dalle più alte cariche regali, militari e sacerdotali galliche).
Come possiamo anche riscontrare nel calderone ritrovato a Gundestrup, nel quale vediamo soldati semplici finire nel Graal della rinascita di Sucellos, Signore dell'Antumnos, per rinascere ad un gradino superiore di vita. Notiamo infatti dal dettaglio che essi escono dal calice come fossero generali.
dettaglio del calderone di Gundestrup
Dopo la conquista romana delle Gallie, i druidi avevano ancora dignità sacerdotale ed erano giudici tranne che per casi d'omicidio, sebbene dapprima con Augusto parzialmente ma poi definitivamente sotto il governo dell'Imperatore Claudio i druidi vennero sostituiti dalla carica di "sacerdos Romae et Augusti ad aram quae est ad conflentes Araris et Rhodani".
Che divenne il simbolo dell'unità gallo-romana della Gallia sotto l'egida del culto dell'Imperatore.
A tale sacerdote a partire dal 12 a.e.v. spettava la presidenza del Concilio delle Tre Gallie, ossia l'antica Assemblea di Lugos(Lughnasadh), che si radunava ogni 1° agosto, giorno sacro appunto al Dio Lugos, in Lugdunum (attuale Lione).
Come possiamo notare non è veritiera l'immagine storica dei romani sterminatori di Druidi, semplicemente man mano che avveniva la fusione gallo-romana i druidi delle Gallie divenivano collegio sacerdotale romano, integrato allo stato come le altre sodalità.
Per mire indipendiste e anti-romane alcuni druidi, limitati alla unica Britannia si opposero ferocemente e solo questi vennero considerati nemici di Roma.
Spesso questa casta britanna, dalle ormai connotazioni pretesche voleva mantenere l'indipendenza per non perdere gli enormi privilegi dei quali godeva e alla lunga avrebbe fatto perdere l'immenso sapere gallico, trasmesso solo oralmente.
Si può dire invece che i romani, inglobando i druidi delle Gallie, permisero la nascita della cultura e Tradizione gallo-romana, salvandola, e permettendo quindi la sua trasmissione fino a noi e a chi vi scrive. Dato che ciò che di gallico conosciamo è, in realtà, gallo-romano.
Prova dell'esistenza dei druidi in epoca romana è anche il famoso Diviciacus (Diviziaco).
Druido e Vegobreto gallico fedele alleato di Roma e Cesare, ancora menzionato da Cicerone nel 44 a.e.v.
Mentre invece parlando di Italia e quindi Gallia Cisalpina (o Togata che dir si voglia), i Senoni, semplicemente, una volta disarmati, soprattutto nella fascia collinare, sarebbero vissuti in pace, chiamati semplicemente e genericamente "galli" o "gallopiceni" o "umbri", fino a fondersi in ciò che sono diventati poi gli antenati dei romagnoli e marchigiani
perché ebbero ancora le loro necropoli. Una sorte simile ebbero gli emiliani Boi.
Sostanzialmente fu demolita la base politica e nominale di una confederazione, per via del ricordo funesto di Annibale al quale si allearono poi. Ma la gente, una volta ricomposte diverse alleanze e identità, non scomparve.
Gianluca Vannucci
Nessun commento:
Posta un commento