Il 5 luglio a Roma era un giorno particolare. Infatti si celebrava una ricorrenza molto strana: il Poplifugium.
Letteralmente "fuga del popolo" sembra diametralmnte corrispondente al Regifugium del 24 febbraio.
Infatti in questo giorno il popolo romano si radunava in Campio Marzio, presso la palus caprae per compiere un sacrificio,ma mentre la folla usciva dalla città dirigendosi al campo gridava i nomi più comuni romani, ad esempio Marco, Caio, Lucio, Mario, ecc.
Secondo diverse fonti, da Plutarco a Macrobio questo giorno, precedendo l'ascensione di Romolo celebrata il 7 luglio, sarebbe un atto rituale simpatetico che simulava ciò che avvenne quando Romolo scomparve durante una tempesta.
Quindi lo smarrimento della gente di fronte alla notizia clamorosa della scomparsa del Re ma anche la ricerca dei propri cari perchè a questo evento si sovrappose successivamente alla calata su Roma di Fidenati e Ficulei nel 390 a.e.v. dopo la conquista dei Galli.
Possiamo esotericamente intravedere come questo atto simpatetico rappresenti il popolo che fugge perchè Il Fondatore sparisce, non è solo Romolo che viene smembrato (come un'altra storia riporta) ma l'intera collettività ed è un lutto cosmico fino a che Romolo appare il 7 luglio questa volta come Quirinus, da uomo Figlio di Dio (Marte) a Dio Egli stesso, indivisibile dal Padre Suo. Il popolo "muore", fugge e rinasce col proprio Re due giorni dopo alle Nonae Caprotine.
Infatti quando il re fugge o sparisce è come se il tempo stesso rimanesse sospeso, questo il significato del Regifugium del 24 febbraio, al termine dell'anno romano (terminava coi Terminalia appunto il 23 febbraio).
Potrebbe anche centrare con l'attuale limbo, una sorta di progresso ma senza tempo (le costellazioni che non coincidono più) fino al ritorno del Re proverbiale.
Gianluca Vannucci
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