Nel periodo in cui le spighe si formano e lentamente si aprono, Proserpina è ormai tornata dal soggiorno infero come Libera e poi come Flora, si tenevano a Roma le Robigalia, ricorrenze agresti propiziatorie contro la "ruggine del grano".
Il Flamen Quirinalis in questa giornata si recava, guidando una processione di persone vestite di bianco, presso il bosco sacro al Dio Robigus (quinto miglio della vecchia Clodia).
Qui venivano sacrificati al Nume un cane/cagna e una capra/montone.
Si chiedeva quindi a Robigo di scongiurare il pericolo della cosiddetta Ruggine del grano, un fungo rossastro che rende allucinogeno e velenoso il grano e si rendeva onore alla Divinità con incenso e libagioni.
Al termine delle celebrazioni usualmente si svolgevano gare di corsa in onore di Marte e Robigo.
Dai Robigalia hanno origine le processioni cattoliche dette Rogazioni (il 25 aprile), per il buon raccolto. Dapprima infatti i cristiani cercarono di abolirle e per questo vennero cacciati dalla popolazione (martirio dei missionari nella Val di Non, 397 e.v.).
Resisi però conto che senza le giuste ritualità il raccolto veniva attaccato dai parassiti o comunque era inferiore, e vedendo che non riuscivano totalmente ad abolire una Tradizione così diffusa decisero, come con altre ricorenze, di appropriarsene, rendendola una processione cristiana, dopo vari tentativi, definitivamente durante il papato di Gregorio Magno (590).
Gianluca Vannucci
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