domenica 29 marzo 2020

Megalesia






Dal 4° al 10° giorno di Aprile, durante cioè la fase di Luna Crescente, si celebravano in Roma festività in onore delLa Magna Mater, Cibele, le Megalesia.

Esse celebravano l'arrivo delLa Madre deGli Dèi a Roma, come auspicato dai Libri Sibillini, attraverso il trasbordo della Sacra Pietra di Pessinunte, avvenuto nel 204 a.e.v. in piena seconda guerra punica, un momento di forte crisi.

Nel 548 a.U.c. (205 a.e.v.), dopo una pioggia di pietre e la seconda guerra punica che non accennava a cambiare di sorte, avversa per i Romani e, mentre Annibale è ancora presente in Italia, una consultazione dei Libri Sibilini ha richiesto (secondo Ovidio a Fastos, IV. 259-260): <<«<Mater abest: Matrem iubeo, Romane, requiras. Cum veniet, casta est accipenda manu>> «La Madre è assente; tu Romano, ti ordino di cercare La Madre. Quando Lei arriva, deve essere accolta da mani caste».

Un'ambasciata di magistrati fu quindi costituita, partendo dall'Asia con cinque navi «quinquerem» (cinque remi) per portare a Roma la pietra nera di Cibele che si trovava a Pessinunte. Fecero scalo a Delfi, dove la Pithia  disse loro che una volta tornati a casa, la Madre doveva essere accolta dall'uomo migliore del mondo («vir optimus»). Pubblico Scipione Nasica è stato scelto dal Senato. Insieme ai senatori e ai membri dell'Ordine equestre (ordine equestre) ha ricevuto Cibele nel porto di Ostia.
All'ingresso del fiume Tevere, la nave che trasportava la pietra nera di Cibele, come se La Dea volesse dar prova di Sé non si muoveva, nonostante tutti gli sforzi per tirare i cavi.
Claudia Quinta, una matrona la cui virtù era stata messa in dubbio, alzò le mani al cielo e disse: <<Negano la mia castità... Ma se io sono innocente, Tu che sei casta, obbedirai alle mie caste mani! » E la nave movette...




Il lieto evento fu coronato l'anno dopo, grazie all'inizio della costruzione sul Palatino del Tempio alLa Magna Mater. Esso era collocato all'interno delle mura in quanto Cibele è La Mater Ideae troiana di Enea.

Magna Mater 


Nel 191 a.e.v. alla dedica del tempio furono indetti i Ludi Megalensis, ampiamente citati da Plauto.
Festività estremamente sfarzose, avevano luogo nell'area antistante all'aedes Matris Magnae, da ogni parte dell'impero cittadini accorrevano per assistervi, solo agli schiavi era vietato.

L'ultimo giorno dei Ludi la statua della Dea veniva portata in processione e si tenevano al Circo Massimo le attesissime corse di cavalli in Suo onore.
Al termine delle gare una processione formata dal popolo, magistrati e sacerdoti in onore delLa Madre per le vie dell'Urbe fino al tempio della Dea dove venivano posti ghirlande e nastri.
La sera in casa si preparava il Moretum, anticamente un piatto di erbe selvatiche, aglio condite con olio, divenuta in epoche successive una focaccia con aglio e formaggio che si offriva ritualmente alLa Magna Mater Deorum.
I patrizi e qualche plebeo più agiato organizzavano invece banchetti lucculiani privati fino a tarda notte.

Le Megalesia furono abolite, insieme a tutte le festività e i culti tradizionali, nel 391 a seguito dei Decreti Teodosiani, che l'imperatore Teodosio l'Empio emanò di fatto per procedere all'attuazione dell'Editto di Tessalonica di Graziano, Valentiniano II e Teodosio del 380, che nonostante dichiarasse la teocrazia cristiana di fatto non stabiliva direttive su come metterla in pratica.

Vennero poi ripristinate dal 392 al 394 sotto la guida di Virio Nicomaco Flaviano, col benestare e patrocinio dell'Imperatore Flavio Eugenio.

Gianluca Vannucci



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